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«Giustizia a una svolta»

28 Aprile 1994 - Autore: Alleanza Cattolica

Cristianità n. 227-228 (1994)

 

Di fronte a un pubblico numeroso e qualificato

«Giustizia a una svolta»

 

A Lecce, il 5 marzo 1994, presentato nell’Aula Magna della Corte di Appello lo studio di Alfredo Mantovano, edito da Cristianità.

 

Il 5 marzo 1994, nell’Aula Magna della Corte di Appello di Lecce, la Sezione Distrettuale dell’ANM, l’Associazione Na­zio­­nale Magistrati ha organizzato la presentazione dell’opera di Alfredo Mantovano Giustizia a una svolta. Verso il tramonto o verso il ricupero della legalità?, edita da Cristianità con una prefazione di Mario Cicala. Alla presenza di un pubblico di oltre duecento persone, ha introdotto l’incontro il dottor Marcello Dell’Anna, Consigliere della Corte di Appello e presidente della Sezione Distrettuale dell’ANM, il quale ha riassunto il contenuto del libro, sottolineando che non si tratta di un testo per gli «addetti ai lavori», perché i temi che esso affronta sono trattati con un taglio di immediata percezione anche da parte di chi non si occupa ogni giorno di diritto. Il volume, secondo il dottor Marcello Dell’Anna, manifesta un punto di vista ragionato, fondato sul privilegio, soprattutto all’interno del processo penale, per la verità sostanziale rispetto alla verità formale, e sulla convinzione ultima che il radicamento stabile della legalità esige che questa sia fondata sulla moralità; il testo tuttavia, pur presupponendo dei princìpi certi, sollecita un confronto anche con chi pensa diversamente.

È quindi intervenuto l’avvocato Pasquale Corleto, presidente della Camera Penale di Lecce, il quale ha rilevato l’opportunità e la fecondità del confronto sugli argomenti trattati nel volume, al di là delle differenti prospettive ideali e delle funzioni che si ricoprono nel mondo giudiziario; apprezzando l’aggiornamento che caratterizza le pagine di Giustizia a una svolta. Verso il tramonto o verso il ricupero della legalità?, il relatore ha manifestato perplessità sia sulla critica in esso contenuta, e che egli ha definito «robusta», rivolta al codice di procedura penale del 1988, sia in ordine alle modifiche apportate alla struttura di quel codice dalla Corte Costituzionale e dal legislatore, delle quali nel volume si parla diffusamente; anche per questo ha manifestato la necessità di tornare a riunirsi attorno a un tavolo per ridisegnare organicamente l’ordinamento processualpenalistico italiano, e l’auspicio che il nuovo Parlamento affronti in modo meno episodico e disorganico questo tema, cui andrebbe affiancato quello del ricupero della legalità dopo lo sconvolgimento politico provocato da Tangentopoli.

Prendendo la parola, il dottor Mario Cicala, Consigliere alla 1a sezione civile della Suprema Corte di Cassazione e componente del Comitato direttivo centrale dell’ANM, ha esordito dicendo che Giustizia a una svolta. Verso il tramonto o verso il ricupero della legalità? contiene una serie di «provocazioni», in quanto si colloca controcorrente rispetto a certe idee dominanti nel mondo del diritto; la prima è costituita dal problema, che il testo pone, dell’esistenza, anche nella vita quotidiana del giurista, di valori che oltrepassano lo stretto dato normativo, e che, pur non essendo pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, egualmente incidono nell’esercizio della professione perché coincidono con quello slancio etico in assenza del quale la norma positiva resta fredda e anonima. La seconda «provocazione» attiene alla crisi della politica manifestatasi in modo particolarmente evidente con l’esplosione di Tangentopoli, che è pure crisi dello Stato nel suo insieme, e in ordine alla quale lo strumento giudiziario è del tutto inadeguato e inidoneo a intervenire per la corretta impostazione e soluzione. Ma la «provocazione» di maggior peso, ad avviso del relatore, è costituita dalla riflessione sul rapporto fra giustizia, verità e rispetto delle forme: non è possibile ritenersi appagati in modo esclusivo da quest’ultimo, quando — com’è accaduto a seguito dell’applicazione del codice di procedura penale del 1988 — i colpevoli restano impuniti e gli innocenti rischiano la condanna; il nuovo processo è fallito perché non ha creduto nella funzione di ricerca della verità, che deve connotare, nel rispetto dei limiti umani, il rito penale.

Dell’opera di Alfredo Mantovano l’avvocato Vittorio Aymone, presidente dell’Ordine degli Avvocati e dei Procuratori Legali di Lecce, ha sottolineato la pre­occupazione, che emerge in più punti, del colle­ga­men­­­to fra effettiva legalità e tutela della convivenza ci­vile, e del fondamento morale che alla legalità non può essere sottratto. Rilevando la necessità di regole sta­bili nell’attività processuale e nell’accertamento dei rea­ti, l’avvocato Alfredo Aymone si è soffermato in par­ticolare su taluni dei temi affrontati nello studio, da quello degli stupefacenti, in ordine al quale ha con­diviso la priorità di sottrarre i giovani dalla tossi­co­di­­pendenza piuttosto che puntare alla legalizzazione del­la droga per impedire alle organizzazioni criminali lo sfruttamento dello spaccio, a quello delle indagini sui pubblici amministratori, circa le quali è stato supera­to il livello di guardia in nome di una emergenza che ta­lora ha fatto trascurare il rispetto delle regole del gio­co.

A conclusione dell’incontro il dottor Alfredo Man­to­va­no ha ringraziato gli intervenuti per l’attenzione dimostrata non soltanto nei confronti della sua opera e della casa editrice che lo ha pubblicato, quanto di una problematica che, per i suoi innumerevoli risvolti, è di interesse vitale, e ha ricordato la figura esemplare, sotto vari aspetti, del dottor Paolo Borsellino, la cui vita e il cui sacrificio hanno contribuito a determinare le condizioni per la svolta sul terreno giudiziario, e non soltanto su quello.

Alla vigilia di un rinnovo della legislatura certamente diverso dal solito, il dottor Alfredo Mantovano ha auspicato che, fra i temi dei quali il nuovo Parlamento dovrà occuparsi, quello della giustizia non sia collocato all’ultimo posto, ma che venga promosso quel collegamento organico fra leggi, comportamento dell’esecutivo e collaborazione e fiducia della gente, che è un presupposto indispensabile per il ricupero della legalità, e ha concluso ricordando che, se le leggi tor­neranno a essere chiare, reciprocamente coordinate, rispondenti non alle istanze demagogiche del momento ma al rispetto della oggettività della natura dell’uomo; se l’esecutivo si sforzerà di applicare con efficacia le norme esistenti, piuttosto che vararne di nuove con la decretazione d’urgenza; se la magistratura cesserà in alcuni suoi settori di sfruttare la rendita di posizione e d’immagine che deriva da taluni successi, e comprenderà che la dedizione e il sacrificio sono necessari in tutti i settori, non soltanto in quello delle indagini penali; se avverrà tutto questo, si potrà parlare di svolta effettiva, e non di una svolta con il punto interrogativo, com’è nel titolo del volume.

All’incontro erano presenti, fra gli altri, l’arcivescovo metropolita, S. E. mons. Cosmo Francesco Ruppi, il sen. Giovanni Pellegrino, presidente della Giunta per le Autorizzazione a Procedere del Senato della Repubblica, l’on. Adriana Poli Bortone, deputato al Parlamento, il dottor Francesco Maiorano, presidente della locale Corte di Appello, il dottor Marco Lombardi, Procuratore Generale presso la stessa, il dottor Alessandro Stasi, procuratore della Repubblica presso il Tribunale, il dottor Gaetano Cigna, Consigliere dirigente della Pretura Circondariale.

Dell’iniziativa hanno dato notizia, sia prima che dopo il suo svolgimento, i settimanali Voce del Sud, L’Ora del Salento e L’Italia settimanale, il Quotidiano di Lecce, e le reti televisive Canale 8, Telerama e Tlb: le prime due hanno anche realizzato servizi e interviste.

 

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