• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

Cristianità

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Famiglia
      • Educazione
      • Matrimonio
      • Family day
    • Aborto
    • Divorzio
    • Droga
    • Fine vita
      • Omosessualità
    • Unioni civili
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
      • Ora di adorazione
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Dalla stampa / «Grazie, Santità, per l’Humanae vitae»

«Grazie, Santità, per l’Humanae vitae»

23 Settembre 2018 - Autore: Alleanza Cattolica

Erano le prime ore del mattino – esattamente le 2.30 – del 23 settembre di cinquant’anni fa quando Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968) all’età di 81 anni moriva all’interno del convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Un anniversario ricordato proprio in questi giorni con una serie di eventi e celebrazioni nel convento del Gargano dove san Pio trascorse, senza quasi mai muoversi, buona parte della sua esistenza. Ma a colpire è un dettaglio singolare e di stringente attualità: solo pochi giorni prima di morire, il 12 settembre 1968, il frate decideva di scrivere una lettera a Paolo VI, il Pontefice che sarà proclamato santo il prossimo 14 ottobre da papa Francesco. Si tratta di un testo che rappresenta l’omaggio sincero di un “semplice figlio della Chiesa”, come amava definirsi, per quel Papa che anche da arcivescovo di Milano non dimenticò mai le tribolazioni e la macchina di calunnie che ruotò attorno alla figura del frate cappuccino.

Nella commossa missiva è chiaro il riferimento alle sofferenze di papa Montini– siamo nel bel mezzo del 1968 – «per le sorti della Chiesa, per la pace nel mondo». E lo ringrazia, forte anche della sua esperienza di “apostolo” del confessionale, «per la parola chiara e decisa che avete detto, specie nel-l’ultima enciclica Humanae vitae» anche a nome dei «dei miei figli spirituali» e dei «Gruppi di preghiera ». Un testo in cui traspare la genuina «obbedienza » e «devozione» del frate sannita per la Sede Apostolica. «So che il vostro cuore soffre molto in questi giorni per le sorti della Chiesa, per la pace del mondo, per le tante necessità dei popoli, ma soprattutto per la mancanza di obbedienza di alcuni, perfino cattolici, all’alto insegnamento che voi, – scriveva Padre Pio – assistito dallo Spirito Santo e nel nome di Dio, ci date. Vi offro la mia preghiera e sofferenza quotidiana, quale piccolo ma sincero pensiero dell’ultimo dei vostri figli, affinché il Signore vi conforti con la sua grazia per continuare il diritto e faticoso cammino, nella difesa dell’eterna verità, che mai si cambia col mutar dei tempi». Nel testo il frate del Gargano confida al “suo” Papa una preoccupazione, ossia che i confratelli rimangano fedeli all’antico carisma e alle norme stabilite da secoli come «l’austerità religiosa, povertà evangelica, osservanza fedele della regola e delle costituzioni, pur rinnovandosi nella vitalità e nello spirito interiore, secondo le direttive delConcilio Vaticano II».Un documento questo che ci riporta all’affetto e alla stima intercorsa tra il cappuccino e Giovanni Battista Montini. E forse non è un caso che solo 8 anni prima di questa lettera-testamento l’allora cardinale Montini il 10 giugno 1960 abbia vergato di suo pugno un biglietto autografo – custodito ancora oggi nell’archivio storico diocesano di Milano – al frate in occasione del suo 50° di sacerdozio. «È proprio il caso di ripetere con giubilo e con riconoscenza verso la bontà di Dio: Venite, audete, et narrabo, omnes qui temitis Deum, quam feci animae mae! – si legge nella lettera autografa –. Così merita di essere celebrato il sacerdozio, che diremo poi del Suo, favorito di tanti doni e fecondità! Esprimo il voto che Cristo Signore abbia a vivere a manifestarsi nella persona e nel ministero della Paternità Vostra, come dice san Paolo:Vita Jesu manifestetur in carne nostra mortali. So ch’Ella prega anche per me. Ne ho immenso bisogno: voglia raccomandare al Signore questa diocesi insieme col Suo dev.mo in Cristo». Un testo che manifesta la vicinanza di Montini al religioso cappuccino che in quell’anno era sotto la visita apostolica nel suo convento di San Giovanni Rotondo da parte di monsignor Carlo Maccari. «Un documento – spiega la storica e biografa di Paolo VI, Giselda Adornato – in cui oltre all’attestato di felicitazioni e benedizioni per questo giubileo sacerdotale Montini compie un vero atto di carità, vicinanza umana e cristiana». A sorprenderci ancora oggi è la risposta – uno scarno biglietto per certi versi “inedito” custodito anch’esso nell’archivio storico diocesano di Milano – a questa missiva montiniana da parte del commendatore Angelo Battisti, amministratore della Casa Sollievo della Sofferenza, che aveva scritto a nome del frate delle stigmate: «Il Padre ha pianto nel leggere la sua lettera per il 50esimo di sacerdozio. È stata una goccia nel mare dei tormenti: che il Signore rimeriti vostra eminenza per tanta delicatabontà e carità».Non stupisce dunque che dopo la morte del frate del Gargano papa Montini abbia voluto ricordare pubblicamente in due discorsi nel 1971 (ai frati cappuccini conventuali) e nel 1975 (ai Gruppi di preghiera di Padre Pio in pellegrinaggio a Roma) le gesta e le opere di questo mite e umile religioso definito «il rappresentante stampato di Nostro Signore Gesù Cristo». Lo stesso giudizio in fondo espresso ben sette secoli prima da Gregorio IX quando canonizzò il Poverello nel 1228 nella sua Assisi circondato dai suoi frati.

Anniversario

Esattamente il 23 settembre di 50 anni fa spirava a San Giovanni Rotondo il frate delle stimmate. Fin dagli anni ’60 intercorse un’autentica amicizia, testimoniata da un carteggio, tra il cappuccino e Montini

Articolo da Avvenire on-line del 23 settembre 2018

 

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Archiviato in:Dalla stampa

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Cristianità

c.p. 185 – 29100 Piacenza
tel. +39 349 50.07.708
C.F. 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

Iscriviti alle Newsletter

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Copyright © 2023 Alleanza Cattolica · Accedi