da AsiaNews del 28/08/2020
Hong Kong (AsiaNews) – Le 12 persone arrestate nei giorni scorsi dalla Guardia costiera cinese al largo del Guangdong sono tutti cittadini di Hong Kong implicati nelle manifestazioni anti-governative dell’ultimo anno. E’ quanto hanno dichiarato oggi le autorità di Pechino, aggiungendo che al momento del fermo il gruppo si trovava su un motoscafo, diretto con ogni probabilità a Taiwan per chiedere rifugio.
Tra i fermati vi è anche Andy Li, l’attivista pro-democrazia arrestato il 10 agosto insieme al magnate dell’editoria Jimmy Lai in base alla nuova legge sulla sicurezza voluta dal regime cinese. Secondo il South China Morning Post e il pro-Pechino Wen Wei Po, alcuni dei fuggitivi sono legati a un attentato dinamitardo sventato dalla polizia lo scorso dicembre; altri sono accusati di aver nascosto un deposito di armi.
La polizia dell’ex colonia britannica ha chiesto la consegna dei 12 arrestati all’Ufficio di contatto della madrepatria. Con l’imposizione il 30 giugno della normativa sulla sicurezza nazionale, le autorità cittadine hanno intensificato la repressione nei confronti dei dissidenti.
Il 26 agosto, le Forze dell’ordine hanno arrestato 16 persone per il loro ruolo nelle proteste contro l’esecutivo filo-Pechino. Fra loro anche il membro del Partito democratico Lam Cheuk-ting. Insieme ad altre 12 persone, egli è accusato di aver partecipato lo scorso anno ai “disordini” di Yuen Long, avvenuti nel pieno delle dimostrazioni contro la legge sull’estradizione.
Il 21 luglio del 2019, nella locale stazione della metropolitana (Mtr), un gruppo di teppisti ha attaccato dimostranti anti-estradizione e ignari passeggeri. Vestiti con magliette bianche (per distinguersi da quelle nere dei manifestanti), armati di sbarre di ferro, bastoni e altre armi di offesa, la gang mafiosa si era scagliata con violenza contro le persone facendo 50 feriti.
Con una protesta in aula, i parlamentari democratici hanno denunciato oggi il tentativo della forze dell’ordine di cambiare i fatti riguardo agli incidenti di Yuen Long. Lam ha ribadito di essere arrivato sul luogo dell’assalto dopo che le violenze erano già scoppiate, sottolineando di essere stato egli stesso vittima dell’aggressione.
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