di Marco Invernizzi
Fra pochi giorni cadrà il centesimo anniversario della Lettera apostolica Maximum illud di Papa Benedetto XV (1854-1922), scritta il 30 novembre 1919 per celebrare l’attività dei missionari nel mondo. Il Regnante Pontefice ha voluto celebrare questo anniversario fin dal 2017, indirizzando una Lettera al cardinal Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, proprio per ricordare l’importanza di quel documento pontificio nel centenario della promulgazione.
Il 1919 è stato un anno ricco di eventi importanti. Era appena terminata la Prima guerra mondiale (1914-1918), producendo un cambiamento culturale e sociale di portata enorme. Fu poi l’anno in cui nacquero formalmente i partiti di massa, come il fascismo e il popolarismo, e in cui contemporaneamente cominciava, in Italia, il “biennio rosso”, dal 1919 al 1921, che tanta paura provocò nella società, favorendo così l’avvento al potere del fascismo, nel 1922. Erano quindi trascorsi solo due anni dalla rivoluzione bolscevica in Russia e ne mancavano solo altri due alla nascita, in Italia, del Partito Comunista, dopo lo strappo consumato con i socialisti a Livorno nel 1921.
In quel clima politico e culturale la Chiesa rispose rilanciando lo spirito missionario. Non era la prima volta e non è stata l’ultima. Dinanzi alla società che si allontana, alle forze del male che si organizzano e che sembrano prevalere, la Chiesa esalta quanto ha di più importante, ciò per cui esiste: la missione.
Anche oggi la Chiesa si trova a fronteggiare una situazione drammatica. Dall’esterno viene minacciata in Occidente dal fondamentalismo islamico e da un indifferentismo terribile e spietato, che attacca la fede ogni volta che i cattolici non accettano di finire nell’irrilevanza e cercano di radicare in cultura la scelta cristiana. Contemporaneamente la Chiesa è divisa all’interno, sempre più divisa. Invece di favorire l’unità qualcuno soffia infatti sul fuoco della divisione.
Altri invece sottovalutano totalmente la portata di certe divisioni, quasi che nella Chiesa fosse possibile sostenere qualsiasi opinione e non ci fosse invece una dottrina di riferimento, esplicitata nel Catechismo della Chiesa Cattolica, del 1992, e nel Magistero ordinario dei Pontefici. Inoltre, bisogna ricordare che vita, famiglia, tutela del creato e ricerca della pace fondata sulla giustizia, per citare i casi più spinosi oggi, sono princìpi da difendere e da promuovere insieme, con una gerarchia, ma senza contrapposizioni. Basterebbe scorrere gli indici del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, promulgato dal Pontifico Consiglio della Giustizia e della Pace nel 2005, per rendersi conto che ognuno di questi princìpi ha una collocazione e il giusto rilievo.
E la missione? Ce la si è scordata. Otto italiani su dieci non vanno in chiesa, ma i due che la frequentano litigano fra loro, spesso non riuscendo a farsi capire neppure dalla maggioranza della minoranza che frequenta la Chiesa.
Non è la prima volta nemmeno in questo caso. La storia della Chiesa ricorda che «crisi» è una parola che la ha sempre accompagnata, come quando, a cavallo del secolo XX, gesuiti e rosminiani si facevano la guerra mentre i modernisti penetravano nel corpo mistico di Cristo.
Oggi la missione in Occidente si chiama «nuova evangelizzazione». Esiste addirittura un dicastero istituito per raggiungerne gli obiettivi, il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, voluto da Papa Benedetto XVI nel 2010. L’apostolato ad gentes e verso chi ha abbandonato la fede dovrebbe precedere ogni altra preoccupazione. Le battaglie sui temi etici le si sono giustamente combattute tutte e gli assenti avevano torto perché ruppero l’unità e la comunione su punti decisivi per il bene comune della popolazione. Altre battaglie ci saranno e vi si dovrà fare fronte, se ne avremo la forza. Ma sarà sempre meno facile combattere queste battaglie se nella popolazione aumenterà il numero degli indifferenti e diminuirà il numero di cattolici disposti a impegnarsi.
Per questo Alleanza Cattolica ha scelto di riprodurre sul proprio sito Internet le tre meditazioni sul centenario della Maximum illud proposte da padre Bernardo Cervellera, missionario del PIME, il Pontificio istituto delle missioni estere, che invita a riflettere su questa verità amara. Non si deve perdere la speranza nel trionfo del Cuore immacolato di Maria, promesso a Fatima, perché Dio non ritira le proprie promesse. Ci si deve però al contempo mettere a disposizione, anzitutto rinunciando al rancore e all’inimicizia, soprattutto quando avviene tra fratelli che professano la stessa fede.
Lunedì, 18 novembre 2019