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“I polacchi cattivi e quei buoni che abortiscono”

27 Ottobre 2020 - Autore: Alleanza Cattolica

Di Giulio Meotti da Il Foglio del 24/10/2020

Era il 1990 quando l’ospedale Guy’s di Londra lanciò un appello alle donne inglesi che avevano deciso di abor­tire dopo aver appreso dai sanitari che i loro figli sarebbero nati con il labbro le­porino. I sanitari invitarono le madri ad accettare una rivoluzionaria operazione chirurgica da effettuare sui nascituri per correggere la malformazione, lasciando solo una piccola cicatrice. Una operazio­ne che ormai è prassi in tutto il mondo. Ma da allora questa disabilità continua a essere un motivo sufficiente per abortire nel Regno Unito, tanto che nelle scorse settimane è stata presentata una modifi­ca alla legge del 1967 sull’aborto per vie­tarlo in caso di labbro leporino, palatoschisi, piede torto e altre deformazioni, per le quali l’interruzione di gravidanza è prevista fino alla fine dello stato inte­ressante. Come poteva succedere alla leggenda del calcio inglese Steven Gerrard, nato con il piede torto.

La deputata Tory Fiona Bruce, mamma di un bambino nato con i piedi equini, sostenuta da una dozzina di parlamentari trasversali, ha presentato la legge su una disabilità che colpisce un bambino su settecento. Il parlamentare David Alton ha commentato: “L’interruzione della vi­ta di un bambino con una palatoschisi dovrebbe essere inconcepibile. Qualun­que legge dovrebbe vietare aborti per queste ragioni”. Sono stati diciassette gli aborti per labbro leporino in Inghilterra nel 2019 e tra il 2006 e il 2010 sono stati eseguiti 157 aborti legati a malformazioni estetiche. A sostenerli la sacerdotessa anglicana Joanna Jepson, nata con una deformità facciale e che si batte contro l’aborto eugenetico: “Questo tipo di di­scriminazione è in aumento e dimostra quanto siamo lontani dall’essere quella società umana e tollerante che pensiamo di essere”.

Ora l’Alta corte polacca ha stabilito che gli aborti selettivi per disabilità – che costituiscono la maggior parte di tutte le interruzioni di gravidanza in Polonia, do­ve l’aborto on demand è già proibito (è lecito solo per stupro, incesto e rischio di salute per la madre) – sono incostituzio­nali. L’aborto per labbro leporino, piede torto e sindrome di Down sarebbe una violazione della Costituzione polacca che protegge la dignità e il diritto alla vita di ogni persona. Undici dei tredici giudici della Corte costituzionale sono d’accor­do. La legge polacca va in una direzione opposta a quella della 194 sull’interruzione di gravidanza. E ieri lo scandalo sui media di tutto il mondo è stato unanime.

È inesistente, invece, lo scandalo sul­la cultura che soggiace alla decisione di abortire un bambino con il labbro lepo­rino. Cosa c’è di “terapeutico” nell’eliminare una vita esteticamente imperfet­ta? Il filosofo tedesco Jürgen Habermas ha sempre detto che la sua vita è stata segnata da un labbro leporino che lo ha costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico che gli ha reso difficile la co­municazione verbale e che questa espe­rienza lo ha convinto dell’importanza di comunicare con gli altri rispettando le differenze. Forse anche per questo Ha­bermas si è scagliato contro quella che ha definito “eugenetica democratica e liberale”. Oggi Habermas e attori come Joaquin Phoenix, nato anch’egli con il labbro leporino, rischierebbero di esse­re abortiti praticamente in tutti i paesi europei.

Quanto ai bambini con la sindrome di Down, nel giro di qualche anno – se i trend continueranno – non ne nascerà più neanche uno. Attualmente questi so­no i tassi di aborto per trisomia 21 in Europa: Germania 90 per cento, Inghil­terra 90 per cento, Francia 96 per cento, Spagna 95 per cento, Danimarca 98 per cento. Islanda 100 per cento. Heidi Crowter, una ragazza Down, ha appena fatto causa al governo britannico di fronte all’Alta corte di Inghilterra e Galles. È grazie a lei se l’Assemblea dell’Irlanda del nord ha respinto la legalizzazione dell’aborto imposta al paese dal governo britannico . “La legge attuale è ingiusta” ha scritto Crowter. “Mi fa sentire come se non dovessi esistere, come se avessi dovuto morire. La politica fondamental­mente dice che è normale che un bambi­no con sindrome di Down venga ucciso appena prima di nascere. E questa è per me una questione di enorme importan­za, perché io ho la sindrome di Down, so cosa significa averla, anche mio marito ce l’ha”. Di fronte alla Corte ora il gover­no inglese dovrà dimostrare che la legge sull’aborto non discrimina persone co­me Crowter. “Un mondo senza sindrome di Down”, lo ha definito la Bbc in un documentario. Una intera classe di esse­ri umani spazzati via. A confronto, gli oscurantisti polacchi sono dei veri pro­gressisti.

Foto da articolo

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