Da Avvenire del 02/07/2021
«Scongiurare gli effetti illiberali » del ddl Zan che «nulla hanno a che fare con il contrasto all’omofobia». È un appello ai senatori perché prendano sul serio alcune obiezioni di rilievo costituzionale quello che ha suggellato ieri il seminario di 70 associazioni cattoliche in Senato: si tratta di «7 punti illiberali», sui quali «molte sono le voci che si sono alzate e si stanno alzando» dalle «più diverse culture». A firmare la «lettera aperta» – il testo è su www.avvenire. it – sono sigle come Papa Giovanni XXIII, Movimento per la Vita, Medici e Psichiatri cattolici, Centro Studi Livatino, Mcl, Family Day e Alleanza Cattolica. Due i punti nel capitolo sulla «laicità dello Stato»: la lettera critica che con la legge il Parlamento «sceglie una specifica visione antropologica ed etica » mentre mai il legislatore ha «voluto opzionare una fra le varie teorie filosofiche e antropologiche presenti nella società». Lo farebbe ora con «l’identificazione percepita del proprio sesso, che propone una visione secondo cui il ‘soggettivo’ prevale totalmente sull’’oggettivo’ e il dato reale non ha alcun valore, al punto da pervenire alla radicale teoria dell’indifferenza sessuale» (il ‘gender’). Inoltre definire come fa l’articolo 1 «cosa siano il sesso, l’orientamento sessuale e l’identità di genere» viola l’articolo 33 della Costituzione per il quale la scienza è libera.
Gli altri cinque nodi riguardano l’uso dello strumento penale. Problematica anzitutto la previsione di «nuovi reati» visto che «i comportamenti ingiusti (violenza, diffamazione, bullismo, mobbing…) sono già delitti», e dunque «che confini potrà nei fatti avere il nuovo reato», peraltro «parametrato a nozioni totalmente soggettive come quelle gender »? Il fatto poi che «sarà reato anche il solo partecipare ad ‘associazioni o gruppi’» accusabili di «’incitamento alla discriminazione’» fa sì che «ogni critica di merito su scopi associativi potrà tingersi di penale», ad esempio con possibili «intercettazioni telefoniche preventive», in violazione del diritto costituzionale ad associarsi (articolo 18). Preoccupano anche le «sanzioni accessorie» dell’articolo 5 del ddl, «in caso di condanna anche solo per ‘istigazione ala discriminazione’», tra le quali l’«interdizione all’attività politica per tre anni» contro il « favor alla partecipazione democratica» (articolo 49 della Costituzione). Venendo poi all’articolo 4, detto salva-idee, è ormai noto per il ribaltamento del principio costituzionale della libertà di opinione, che qui invece pone «nelle mani delle procure penali il vaglio su manifestazioni di pensiero e su vincoli associativi, il che aprirà a una stagione di delazioni e di odio sociale ». Identica critica per l’articolo 7, quello della «Giornata» imposta alle scuole, che «renderebbe obbligatorio, in ogni scuola di ogni ordine e grado», l’insegnamento di un’antropologia ideologica «anche ai più piccoli e indifesi e ciò anche contro il parere dei genitori», piegando l’articolo 30 della Costituzione.