Di Vladimir Rozanskij da AsiaNews del 05/05/2020
Nelle ultime 24 ore in Russia si sono manifestati oltre 10.500 casi di Covid-19; in tutto dall’inizio della pandemia si sono verificati quasi 150 mila casi, con epicentro in particolare a Mosca, dove si sono ammalate oltre 6mila persone in un giorno, su un totale di quasi 75 mila: più di metà dell’intera nazione. Del resto, la Russia è da sempre un Paese molto centralizzato sulla capitale. A livello mondiale, la Russia è attualmente al settimo posto nelle statistiche del virus, superando anche Cina, Iran e Turchia.
La Chiesa ortodossa russa prosegue il suo calvario; la notte del 3 maggio è morto a Mosca, in ospedale, l’ex-metropolita di Astrakhan Iona (Karpukhin), all’età di 78 anni (foto 1). Dal 1991 al 2013 era stato parroco della chiesa dell’Esaltazione della Croce, nel popolare quartiere moscovita di Altufevo, dove era tornato negli ultimi anni, dopo il ritiro dalla metropolia. Nel monastero femminile della Protezione della Madre di Dio a Kotkovo, una comunità di Mosca dipendente direttamente dal patriarca, è morto un altro sacerdote. Dopo il direttore spirituale Vladimir Veriga, scomparso il 24 aprile, è venuto a mancare anche il protoierej Evgenij Korchukov, 66 anni, in servizio presso il monastero da oltre 20 anni (foto 2). Scultore e artista, padre Evgenij era un devoto padre di famiglia, con cinque figli e nove nipoti.
Un sacerdote della regione del Kuban nel sud della Russia, padre Dmitrij Vetoshkin, si è ammalto di coronavirus distribuendo la comunione agli ammalati. Tutti i sacerdoti della zona sono stati sottoposti ad isolamento. Il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) ha diffuso un ampio messaggio ai fedeli per la terza domenica di Pasqua, dedicate alle Donne Mirofore che portavano gli unguenti alla sepoltura di Gesù: la loro umile devozione al corpo del Salvatore, secondo il patriarca “è per noi di particolare ispirazione; esse non volevano dimostrare nulla a nessuno, volevano solo avere l’onore di stare ai fianchi del Signore nel suo Regno”. Kirill confessa tutta la sua angoscia di fronte a questo “malvagio avversario”, e invita anche nella tristezza della perdita di tante persone care a rimanere fedeli come le Mirofore, come Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo accanto alla Madre di Dio.
In questo difficile periodo, molti sacerdoti si trovano anche in ristrettezze economiche. I preti di parrocchia devono anche mantenere la famiglia, spesso piuttosto numerosa, e da alcune diocesi sono state inviate delle petizioni al patriarca per ottenere aiuti. La più accesa è la lettera dei sacerdoti della regione di Samara sul Volga, che accusa l’indifferenza dei vertici della gerarchia: “Permettete a noi, semplici preti di campagna, di rivolgere una domanda: da quando l’ipocrisia ha smesso di essere un peccato?… Per molti anni vi abbiamo accontentato e vi abbiamo servito anche nei vostri capricci, ora è il momento che Voi sosteniate un po’ anche noi”. Il patriarca Kirill ha proposto ai “parrocchiani più abbienti” di sostenere materialmente i sacerdoti più in difficoltà, e si è fatto carico presso il governo di Mosca della richiesta di non far pagare i servizi comunali ai sacerdoti.
Intanto, il patriarca ha cominciato a emettere sentenze nei confronti dei sacerdoti che hanno disobbedito alle disposizioni circa la chiusura delle chiese per la quarantena: è stato sospeso il superiore delle chiese del complesso monastico patriarcale moscovita di san Nicola a Perervinsk, il protoierej Vladimir Chuvikin, che è anche rettore del seminario teologico ospitato nel complesso monastico, dove le celebrazioni della Settimana Santa si erano svolte senza alcuna limitazione, provocando numerosi casi di infezione.
Il patriarca ha inoltre sospeso anche il protodiacono Andrej Kuraev (foto 3), uno dei più noti commentatori dell’attualità ortodossa in Russia, per essersi espresso in modo offensivo nei confronti del padre Aleksandr Agejkin, il parroco della cattedrale patriarcale morto per coronavirus. Kuraev aveva usato termini molto critici nei confronti del defunto sul suo seguitissimo blog, proprio nel giorno dei suoi funerali, e ha severamente criticato anche le reticenze dello stesso Kirill, la cui guida molto accentratrice è da lui definita una forma di “papismo russo”.
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