[Partito Comunista Vietnamita], Quaderni di Cristianità, anno I, n. 3, inverno 1985
Documento interno e riservato, trasmesso alla CIRPO-Italia da esponenti della diaspora vietnamita in Europa e tradotto in italiano da profughi vietnamiti nel nostro paese.
Nel, 1982, presentandone una traduzione in francese annotata e commentata, l’autorevole Echange France-Asie. Service Information MEP dichiarava di averne deciso la pubblicazione «solo dopo aver avuto garanzie certe della sua autenticità. Come altri testi di questo tipo a noi noti — si affermava nell’epigrafe redazionale — non è datato. Tuttavia, la critica interna permette di situarlo prima dell’inizio del 1980 […] e dopo il 14 agosto 1978. Poiché la stesura è stata terminata il giorno della festa nazionale, si può verosimilmente datarlo il 2 settembre 1978, forse il 2 settembre 1979» (dossier n. 72, febbraio 1982).
Il nostro compito nei confronti della Chiesa cattolica
I. Natura e situazione della Chiesa cattolica in Vietnam
La Chiesa cattolica in Vietnam è una parte della Chiesa cattolica mondiale, il cui vertice si trova in Vaticano. Quest’ultimo costituisce un gruppo di sfruttamento di grande portata, che è sempre stato legato all’imperialismo antirivoluzionario e anticomunista. Si allea generalmente all’imperialismo più potente, attualmente all’imperialismo americano. Di fronte allo sviluppo vittorioso della rivoluzione sociale, delle scienze e delle tecniche nel mondo, il Vaticano, come d’altronde l’imperialismo, si trova in una situazione di debolezza.
Per migliorare questa situazione, il Vaticano sta mutando la sua politica così come la modalità dei suoi intrighi. Li adatta ai tempi nuovi. Nello stesso tempo cerca di entrare in rapporti con i paesi socialisti per salvaguardare la Chiesa nei paesi in cui esiste.
Il Vaticano ha fatto tentativi di questo genere nei confronti del Vietnam, dove cerca di controllare e di dirigere la Chiesa cattolica perché applichi la sua politica e le sue concezioni.
Da sempre la Chiesa è legata all’imperialismo — prima alla Francia e poi agli Stati Uniti — per opporsi alla Rivoluzione, al nostro partito, all’opera di liberazione nazionale e al nuovo regime del nostro popolo. Per quanto concerne il Vietnam del Sud, la Chiesa ha sviluppato le sue forze con il massimo vigore all’epoca fantoccio-americana. Vi fu un tempo, durante il governo di Ngô Dinh Diêm (1954-1963), in cui essa era quasi diventata la religione di Stato del Vietnam del Sud.
Il numero dei suoi sacerdoti non ha smesso di aumentare e la sua organizzazione di rafforzarsi, dalla conferenza episcopale dei vescovi attraverso i consigli diocesani, i consigli di decanato fino ai consigli parrocchiali, alle organizzazioni e alle associazioni di base, senza dimenticare tutta la serie di congregazioni, di scuole private, di ospedali, di orfanotrofi e di altre potenti istituzioni sociali in tutte le città e nelle campagne del Vietnam del Sud.
La natura della Chiesa del Sud è cambiata durante questa epoca fantoccio-americana: essa è diventata capitalista. Per le sue fonti di reddito la Chiesa si appoggiava sull’aiuto americano, sull’aiuto delle organizzazioni caritative dei paesi capitalisti occidentali. D’altro canto, grazie alla sua alleanza con il governo-fantoccio, ha potuto lanciarsi in imprese di tipo capitalista: banche, alberghi, tipografie, imprese industriali e commerciali, scuole private… I sacerdoti non consideravano il denaro per il culto come fonte principale di reddito e le offerte dei cattolici non erano elevate come nel Vietnam del Nord. Numerosi sacerdoti poterono recarsi a studiare all’estero e raggiunsero così un livello culturale e teologico elevato; presero dimestichezza con il capitalismo occidentale e subirono l’influenza della democrazia capitalista. Nello stesso tempo i sacerdoti del Sud venivano a conoscenza dello spirito del Concilio Vaticano II, lo applicavano e adottavano, soprattutto i più giovani, uno stile di vita più liberale e più aperto. Un certo numero di loro si dava al lavoro manuale, partecipava ad attività popolari, si avvicinava così alla massa dei fedeli e abbandonava il modo di vita ritirato che è il modello feudale ancora vigente nel Vietnam del Nord. Altri sacerdoti, in numero non trascurabile, accettavano importanti funzioni nell’esercito o nel governo-fantoccio. Alcuni fra loro vivevano anche in un lusso talora insolente.
Nel corso delle diverse epoche, sotto l’influenza delle vittorie della Rivoluzione e degli scacchi dell’imperialismo, vi sono sempre state, in seno alla Chiesa, contraddizioni e divisioni. Così, esiste una differenza tra gli ecclesiastici del Nord, rifugiati al Sud e al Centro, e quelli del Sud, per quanto concerne lo stile di vita, il modo di operare e soprattutto le attività e le cerimonie religiose. Le cerimonie del Sud non hanno la solennità e la complessità di quelle che si svolgono al Centro e al Nord.
Sebbene all’epoca di Ngô Dinh Diêm la Chiesa cattolica sia diventata quasi una religione di Stato, tuttavia essa comincia ad accumulare ricchezze con una grande rapidità, e questo grazie al denaro americano, soltanto al momento dello sbarco degli americani in Vietnam, all’inizio dell’americanizzazione della guerra di invasione. Tuttavia, bisogna notare che in questo stesso periodo si rivelarono anche nella loro vera luce i crimini americani e nacquero i movimenti di lotta popolare antiamericana, che risvegliarono in un certo numero di sacerdoti la coscienza dell’invasione da parte dell’imperialismo americano. Benché il loro numero sia ridotto, questi sacerdoti hanno introdotto certe incrinature nel seno della Chiesa e hanno accentuato le sue divisioni.
Dopo la disfatta degli imperialisti americani, dopo che questi sono stati costretti a sedersi al tavolo della conferenza e a firmare gli accordi di Parigi, la Chiesa ha rivisto il suo atteggiamento; da un canto, essa proseguiva la sua alleanza con i fantoccio-americani, portando loro il suo aiuto, collaborando al loro piano di pacificazione — l’organizzazione CORE V [ l ] fondava campi di alloggiamento per le vittime della guerra —; dall’altro si preparava a fronteggiare la situazione nel caso di una soluzione politica: mobilitava i fedeli, preparava una terza forza, lanciava un movimento anti-concussionario: Tran Huu Thanh tentava di consolidare il regime-fantoccio acquisendogli un credito politico. Ma in questo periodo le contraddizioni in seno alla Chiesa si manifestavano con tanta maggiore chiarezza quanto più duravano le sue divisioni.
Durante i giorni che precedettero la completa liberazione del Vietnam del Sud, la Chiesa si preparò tempestivamente a fronteggiare il nuovo stato di cose: essa accettava di vivere con i comunisti, di adattarsi alla nuova situazione per sopravvivere. La curia arcivescovile di Huê pubblicava il volumetto Con gioia por orientare i sacerdoti e i fedeli. Approfittando del fatto che la situazione era ancora poco chiara e non ancora normalizzata, la Chiesa si affrettò a ordinare nuovi sacerdoti per creare nuove parrocchie e nuove diocesi; spostò un certo numero di sacerdoti per camuffare il loro vero volto e per ripartire meglio le sue forze. Allora una parte dei sacerdoti e dei religiosi colpevoli di gravi crimini fuggirono al seguito del nemico; altri restarono e si opposero accanitamente alla Rivoluzione. Così, in seno alla Chiesa, si aggravavano le contraddizioni e le divisioni.
Nel corso di questi ultimi anni, soprattutto dopo la completa liberazione del Vietnam del Sud, si sono prodotti nella Chiesa numerosi cambiamenti vantaggiosi per le masse popolari, mentre si moltiplicavano le divisioni. L’adattamento ai tempi nuovi, l’ubbidienza alle leggi dello Stato, la cura di evitare i conflitti e di mantenere rapporti con il governo e con il Fronte nell’interesse della Chiesa, costituiscono ormai l’orientamento principale che si sviluppa sempre più presso numerosi sacerdoti e vescovi. Le forze reazionarie recalcitranti si sono ridotte e indebolite.
Tuttavia, fino a ora, la natura anticomunista della Chiesa non è mutata. Molti vescovi e sacerdoti continuano a cercare il modo per opporsi alla linea rivoluzionaria del nostro partito. In certi luoghi, pericolosi reazionari impenitenti proseguono la loro risoluta opposizione. L’imperialismo, in primo luogo l’imperialismo americano, non ha ancora abbandonato il suo intento di servirsi della religione, soprattutto del cattolicesimo, per sabotare la nostra opera rivoluzionaria.
Oggi, poiché sente la sua colpevolezza verso il popolo e il paese, poiché ha perduto il suo sostegno nell’imperialismo americano, poiché vuole far dimenticare il suo vecchio volto, trovare un posto nella nuova società e poiché, inoltre, è influenzata dalla nuova linea di condotta del Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica nel Vietnam del Sud preconizza ufficialmente l’applicazione delle concezioni del Concilio alla situazione del Vietnam, l’adattamento al nuovo regime per continuare a controllare i fedeli e per poter sopravvivere. Per questo essa è per il dialogo, per la collaborazione con i comunisti, per l’edificazione del paese, l’instaurazione di una nuova vita comune in cui la religione continuerebbe a esistere.
In questo modo, la Chiesa cattolica nel Vietnam del Sud presenta nume contraddizioni, nuove divisioni: contraddizioni tra i reazionari inveterati, anticomunisti fanatici, e i partigiani dell’adattamento. Oltre la lotta decisiva tra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione, questa nuova linea dell’adattamento genera un nuovo scontro tra la Rivoluzione e la Chiesa: questa lotta si svolge sul piano ideologico, sul piano dell’organizzazione complessa e persistente che tende a conservare il controllo della massa dei fedeli. comunque sia, questa politica dell’adattamento testimonia la debolezza della Chiesa.
Dalla liberazione, la Chiesa si è molto indebolita tanto per quanto concerne le sue forze politiche ed economiche che per quanto concerne la loro organizzazione. Nelle file del clero continua a regnare la divisione, e questo è vantaggioso per la Rivoluzione.
II. I1 nostro compito nei confronti della Chiesa
Il nostro compito di fronte alla Chiesa è una delle tre componenti dell’azione globale da condurre presso i nostri compatrioti cattolici. Lo svolgimento corretto di questo compito ci permetterà di creare condizioni favorevoli alle nostre attività presso le masse cattoliche, di eliminare la loro natura politica reazionaria e di limitare il carattere retrogrado e conservatore del cattolicesimo.
Benché molto complessa, la Chiesa è tuttavia necessaria ai fedeli. Poiché la massa dei fedeli non può fare a meno di sacerdoti e di vescovi, la loro vita religiosa è strettamente legata a questa classe di uomini. Per garantire la libertà di fede, per rispondere ai bisogni di attività religiosa delle masse cattoliche, per placarle, per dare loro fiducia nel partito, perché facciano la Rivoluzione, perché lottino contro i tentativi dei nostri avversari di servirsi della religione, dobbiamo compiere correttamente la riforma della Chiesa cattolica. L’opera rivoluzionaria del nostro popolo si trova in una nuova tappa. Tutto il paese progredisce verso il socialismo. Per realizzare la riforma socialista e per edificare il socialismo, dobbiamo mantenere salda la dittatura del proletariato, sviluppare il potere di direzione collettiva del popolo lavoratore e mettere in pratica le tre rivoluzioni: la rivoluzione dei rapporti di produzione, la rivoluzione scientifica e tecnica, e la rivoluzione culturale e ideologica, e la più importante delle tre è la rivoluzione scientifica e tecnica. Se vogliamo realizzare tutto questo nelle regioni cattoliche, dobbiamo dare un forte impulso alla nostra azione fra le masse popolari, e lottare risolutamente contro i tentativi di servirsi della religione da parte dei nostri avversari. Nello stesso tempo dobbiamo operare per la riforma della Chiesa, trasformarla a poco a poco in una organizzazione religiosa che rispetta la politica e la legislazione dello Stato, animata dal patriottismo, vicina alla nazione e al socialismo, il tutto affinché non ostacoli il movimento rivoluzionario delle masse.
La riforma della Chiesa del Vietnam del Nord ha ottenuto numerosi risultati; quella del Sud è ai suoi primi passi. Esistono numerosi punti deboli. In questo compito, dobbiamo ancora superare numerosi ostacoli: in molti luoghi si è ancora esitanti, non si sa reagire con abilità e correttamente alla tendenza religiosa che preconizza l’adattamento. Non si è ancora definita chiaramente una linea di condotta, a lungo e a breve termine, di fronte al cattolicesimo. Non padroneggiando la situazione, non distinguiamo correttamente le diverse categorie e così non abbiamo ancora una politica concreta e corretta adattata a ogni vescovo, a ogni sacerdote. Di conseguenza, la nostra attività in questo campo manca di coerenza. La riforma della Chiesa alla base e nei suoi organi direttivi è ancora al suo inizio. Elementi cattivi controllano e monopolizzano il potere in numerosi consigli parrocchiali e curie vescovili; in molti luoghi le associazioni sono ancora attive sia apertamente che segretamente e in un modo camuffato.
Tuttavia, il periodo attuale ci è particolarmente favorevole: il trionfo della Rivoluzione, lo scacco dei nostri nemici, l’instaurazione del nuovo regime, la politica corretta del nostro partito, la nostra azione, tutto questo ha suscitato una presa di coscienza ogni giorno più elevata nella massa dei fedeli, che sempre più numerosi seguono la Rivoluzione. I tentativi di servirsi della religione da parte dei nostri avversari sono falliti; i reazionari che si camuffano sotto l’apparenza religiosa sono stati severamente colpiti e sono sempre più deboli e isolati. Le divisioni sempre maggiori nelle file del clero vanno a vantaggio della Rivoluzione. Ne siamo sicuri, la nostra opera di riforma trionferà.
III. Obiettivo
1. L’obiettivo globale, che è anche l’orientamento a lungo termine che deve seguire la riforma della Chiesa, è il seguente: trasformare la Chiesa, che fino a questo punto era uno strumento dell’imperialismo e degli antirivoluzionari, in una religione al servizio dello Stato, patriottica, vicina alla nazione e al socialismo; riformare la sua dottrina, la sua organizzazione, la sua legislazione e le sue cerimonie secondo un orientamento di progresso.
L’obiettivo immediato consiste nel fare in modo che le attività religiose siano conformi alla politica e alla legge dello Stato; che siano limitate e superate le concezioni e i comportamenti eccessivamente retrogradi; che non venga ostacolata la partecipazione delle masse ai movimenti e alle organizzazioni rivoluzionarie quanto alla marcia dei giovani verso il progresso; che si accentuino le divisioni all’interno del clero; che si lotti risolutamente per isolare i reazionari impenitenti, in modo che numerosi sacerdoti si trasformino e si stacchino da loro; e, infine, che siano rafforzati e aiutati gli ecclesiastici di progresso, che hanno capito la situazione e che, con tutta la loro anima, seguono il socialismo.
2. Per realizzare questo obiettivo, bisogna riformare la Chiesa sul piano politico, economico, ideologico e organizzativo.
Sul piano politico: condurre una lotta decisiva per l’eliminazione della natura politica reazionaria della Chiesa; fare in modo che rispetti le leggi, applichi una politica di progresso, dia prova di patriottismo e di amore al socialismo.
Sul piano ideologico: fare la critica delle idee retrograde e arretrate; denunciare le leggi, le cerimonie, i costumi superati e nocivi alla vita civile, moderna; forgiare una pratica religiosa e abitudini conformi al progresso.
Sul piano economico: eliminare le imprese capitaliste e lo sfruttamento feudale, limitare le offerte per il culto a giuste proporzioni.
Sul piano organizzativo: eliminare o ridurre le organizzazioni che non sono necessarie; eliminare quelle che sono nocive; non lasciare che gli elementi cattivi controllino gli organi importanti della Chiesa, come le curie vescovili, i consigli parrocchiali, le congregazioni religiose; non permettere alla Chiesa di preparare al sacerdozio elementi cattivi.
Questi quattro aspetti sono ugualmente importanti ma, data la situazione attuale nel Vietnam del Sud, bisogna considerare la riforma politica della Chiesa come il compito più importante, perché in seno a essa restano dei reazionari e continua a essere utilizzata dagli imperialisti per sabotare la Rivoluzione. Tuttavia non si devono dimenticare gli altri aspetti.
3. Orientamenti: appoggiarsi sulla massa dei fedeli, esaltare il loro ruolo; coordinare l’azione del Fronte e quella delle autorità nella riforma e nella rieducazione dei sacerdoti; stabilire una distinzione tra la Chiesa e i fedeli, tra la Chiesa e i reazionari, tra le realtà storiche e le realtà presenti, tra il bene e il male, tra gli elementi progressisti, gli elementi opportunisti e le vere forze di progresso; recuperare quanti sono recuperabili e stroncare i reazionari religiosi; educare, riformare e, nello stesso tempo, prendere in considerazione le attività materiali, l’applicazione corretta della politica religiosa; coordinare l’azione globale con quella relativa agli individui; attribuire una grande importanza alla politica di divisione.
4. Strategia: in questo momento, la Chiesa del Vietnam del Sud racchiude nel suo seno nuove contraddizioni e divisioni: contraddizioni tra il gruppo dei reazionari inveterati, degli anticomunisti fanatici e quello dei partigiani dell’adattamento; contraddizioni anche nel seno del gruppo stesso che preconizza l’adattamento. Nelle file del clero del Vietnam del Sud, si possono trovare le seguenti categorie:
* Il gruppo degli uomini di progresso o progressisti: il loro numero è ridotto; la maggior parte è costituita da giovani intellettuali che seguono la Rivoluzione e il socialismo, ma che hanno anche il desiderio di acquisire una posizione all’interno del nuovo regime; sono d’accordo sul fatto di convivere con i comunisti, benché sappiano che bisogna lottare contro l’ateismo del comunismo.
* I partigiani dell’adattamento: hanno capito che saranno costretti a convivere per molto tempo sotto il nuovo regime e sperano di salvaguardare la religione. Vogliono aggiornare il, cristianesimo partecipando all’opera comune. Si sforzano di consolidare le credenze, particolarmente quelle dei giovani, attraverso l’insegnamento della dottrina. Vogliono rafforzare le associazioni. Sono partigiani della giustizia sociale, ma non vogliono il comunismo e non amano l’ateismo.
* Gli indecisi: è il numero maggiore. Non amano il nuovo regime, ma sono costretti a convivere con esso. Cercano la tranquillità che permetta loro di praticare la loro religione e di salvaguardare i loro interessi privati. Dunque, seguono contro voglia la politica e la legge dello Stato. Evitano di urtarsi con le autorità. Non amano assolutamente i progressisti e i partigiani dell’adattamento; diffidano anche dei reazionari, benché subiscano la loro influenza.
* I reazionari: bisogna distinguere la categoria dei reazionari inveterati, che si oppongono sfrontatamente alla Rivoluzione, e la categoria di quanti si servono di certe forme di adattamento per operare (conclusione del convegno sull’attività religiosa, del 14-8-78).
— Da parte nostra rafforzeremo e proteggeremo i sacerdoti progressisti patrioti; aiuteremo quanti hanno capito la situazione e vogliono progredire. Bisognerà fare in modo che si sviluppino le forze di progresso. Aiuteremo questi gruppi a diventare la cerniera della nostra azione; attireremo gli altri sacerdoti nella lotta contro i reazionari e per la riforma della Chiesa. Svilupperemo i nostri sforzi per attirare, dividere i partigiani dell’adattamento e gli indecisi affinché si schierino dalla parte dei progressisti. Bisogna essere vigilanti e saper lottare contro gli opportunisti, isolare e stroncare risolutamente i reazionari pericolosi e impenitenti, che perseguono una strategia, così come i reazionari che hanno una funzione direttiva nella Chiesa.
— Da parte nostra incoraggeremo gli aspetti progressisti, criticheremo le concezioni e i comportamenti errati, saremo molto fermi nei confronti degli atteggiamenti, delle dichiarazioni, delle pratiche reazionarie. Bisognerà allontanare a poco a poco la maggioranza dei sacerdoti dall’influenza reazionaria.
— Dovremo utilizzare e sfruttare con intelligenza le contraddizioni che regnano nelle ,file del clero, accentuare le divisioni affinché la maggioranza si schieri nella corrente che avvantaggia la Rivoluzione.
— Bisogna servirvi della corrente che preconizza l’adattamento, corrente che avvantaggia la Chiesa e anche noi. Bisogna incoraggiare tutto ciò da cui le masse popolari e la Rivoluzione possono trarre profitto. Nello stesso tempo, importa essere vigilanti e lottare contro gli aspetti negativi affinché siano sviluppati il più possibile gli aspetti vantaggiosi per le masse popolari e per la Rivoluzione.
— Bisognerà prendersi cura di stabilire una distinzione chiara tra i veri partigiani dell’adattamento e i reazionari che si nascondono sotto le apparenze dell’adattamento; dovremo isolarli, colpirli il più duramente possibile, ma a giusto titolo, con sicurezza e senza essere dispersivi.
— Avremo cura di alimentare le divisioni tra i vescovi e i sacerdoti. Riformeremo gli organi direttivi della Chiesa, curando in modo particolare la riforma dei consigli parrocchiali, la riforma della Chiesa alla base.
IV. Il nostro compito nei confronti dei vescovi
La curia vescovile è un organo direttivo che determina gli orientamenti dell’attività della Chiesa nella diocesi. Il vescovo è il capo dell’esecutivo; decide in relazione a tutti gli affari della diocesi. Ha il potere di ordinare i sacerdoti; controlla le attività religiose dei sacerdoti e dei fedeli nella diocesi. Il suo atteggiamento, buono oppure cattivo, ha una grande influenza su quello dei sacerdoti e, a fortiori, su quello dei fedeli di tutta la diocesi. Ogni curia vescovile comporta un certo numero di organi direttivi: ufficio del consiglio consultivo, il consiglio dei decanati, il tribunale ecclesiastico. Le persone che fanno parte di questi organi hanno una grande influenza sull’atteggiamento e sulla linea di condotta del vescovo nella diocesi.
In altri tempi, nel Vietnam del Sud, tutti gli anni oppure ogni due o tre anni, la Chiesa organizzava una riunione di tutti i vescovi per discutere insieme la linea d’azione comune per tutta la Chiesa. La conferenza episcopale eleggeva un presidente, un vicepresidente, istituiva un segretariato e delle commissioni: commissione per le relazioni estere, commissione finanziaria …
Così, dunque, a capo di questo organo si trova il vescovo, aiutato da un certo numero di sacerdoti. Se riusciamo a riformare le curie vescovili, contribuiremo per una parte importante alla trasformazione della Chiesa in una associazione patriottica all’interno della nazione e del socialismo. Questo sarà un contributo importante alla liberazione nazionale, a quella dei fedeli, che saranno così liberati dai legami e dal controllo della Chiesa, e allo sviluppo nuovo del movimento rivoluzionario delle masse popolari.
La direttiva 09CT/TU, dell’1-5-77, del Comitato Centrale e la risoluzione del convegno sull’azione presso i nostri compatrioti cattolici, dell’1-8-78, hanno insistito su questo punto: per ciò che concerne la riforma e il controllo della Chiesa, ci si deve prendere cura di riformare la direzione di base della Chiesa — i consigli parrocchiali — e a poco a poco riformare le curie vescovili.
Se si vogliono riformare le curie, bisogna studiare con molta cura coloro che vi detengono il potere — i vescovi —, condurre un’azione energica presso coloro che seguono la corrente di adattamento ai tempi nuovi e presso coloro che seguono la corrente progressista, attirare coloro che sono ancora esitanti, attaccare, isolare quei vescovi che hanno ancora un atteggiamento e un comportamento reazionario, sfrontato o sornione.
Con abilità e sotto svariate forme, dobbiamo aiutare i vescovi a capire, a prendere coscienza dei cambiamenti rivoluzionari che si sono prodotti all’interno del nostro paese e nel nostro popolo. Bisogna che comprendano chiaramente la linea di condotta, la politica e la legislazione del nostro Stato per potersi rieducare e riformare. Da parte nostra li mobiliteremo, li incoraggeremo a dichiarazioni e a comportamenti di carattere positivo, anche se si tratta solamente di punti minimi. Con fermezza e con abilità criticheremo le loro dichiarazioni o le loro pratiche negative.
In tutti i modi possibili, ma con abilità e con risolutezza, riformeremo gli organi direttivi della diocesi e del consiglio di decanato. Non possiamo più lasciare che i reazionari e gli elementi cattivi infiltrino le curie vescovili, esercitino la loro pressione e il loro controllo sui vescovi e così dettino alla Chiesa la sua linea di condotta.
Dobbiamo, dunque, aiutare le curie e introdurvi patrioti progressisti o almeno uomini che non si oppongono alla Rivoluzione affinché ricoprano le cariche essenziali della curia.
In ogni regione in cui vi è una curia vescovile, secondo l’atteggiamento del vescovo e della curia, bisogna studiare e proporre un programma di aiuto materiale speciale che soddisfi le loro necessità e li attiri verso di noi.
Se vogliamo realizzare in modo adeguato la riforma delle curie vescovili, è fondamentale avere a propria disposizione un movimento popolare corretto. Dobbiamo dunque sviluppare il ruolo delle masse popolari in questa lotta, mobilitando numerosi vescovi e sacerdoti nella lotta che mira a isolare i reazionari.
In ogni regione in cui si trova una curia vescovile, distaccheremo un funzionario con lo speciale incarico di sorvegliarla, di riformarla e di controllarla. Questo compagno dovrà avere un elevato livello culturale e politico, dovrà saper restare fermo sui principi nella sua azione, e nello stesso tempo dovrà mostrarsi elastico e abile nelle relazioni con essa.
In ogni provincia in cui si trova una curia vescovile o arcivescovile, d’accordo con le autorità regionali che sono in rapporto con essa, si dovrà discutere e fissare un piano d’azione comune che le riguardi e che miri alla loro riforma. Ci si assicurerà la collaborazione dei Servizi di Sicurezza per la preparazione dì questo piano, che dovrà essere sottoposto alle istanze superiori per essere approvato e controllato.
V. Il nostro compito nei confronti dei sacerdoti
I sacerdoti costituiscono una classe numerosa e insieme costituiscono la Chiesa. Sono in stretto rapporto con i fedeli. Sono loro a guidarli direttamente sul piano della dottrina e delle credenze e a celebrare le cerimonie religiose: la messa, le confessioni, i battesimi... Nella loro vita religiosa i fedeli non possono fare a meno di sacerdoti.
1. Categorie: esistono due tipi di sacerdoti: i sacerdoti secolari e i religiosi. I sacerdoti secolari appartengono al sistema delle parrocchie; si occupano dell’insegnamento del catechismo e delle attività religiose quotidiane dei fedeli. I religiosi appartengono al sistema degli ordini e delle congregazioni; non si occupano delle parrocchie. Sono generalmente incaricati di settori religiosi speciali come le scuole, l’organizzazione dei pellegrinaggi, la diffusione della dottrina.
NB. La congregazione dei redentoristi ha conservato forme di preghiera e di culto retrogradi che permettono loro di sfruttare la popolazione.
Se vogliamo trasformare la Chiesa in organizzazione religiosa che realizza attività religiose conformi alla politica e alle leggi dello Sfato, che rispetta i diritti e i doveri civici dei credenti, che non costituisce un ostacolo ai movimenti rivoluzionari e progressisti, che non conserva regolamenti di altri tempi, costumi e cerimonie superstiziose, dobbiamo svolgere correttamente il nostro compito presso i sacerdoti. Dovremo avere un’attenzione particolare per i sacerdoti secolari, senza dimenticare tuttavia i religiosi.
2. Obiettivo: appoggiandoci sulle masse dei fedeli, condurremo la lotta per dividere, riformare i sacerdoti, attirare la maggioranza di loro a seguire un orientamento che si conformi alla politica e alle leggi dello Stato e non ponga ostacolo ai movimenti rivoluzionari e patriottici dei fedeli. Dovremo indebolire e paralizzare i reazionari, far fallire i tentativi di sabotaggio dell’avversario e riformare la Chiesa secondo un orientamento che sia vantaggioso per l’edificazione e la difesa della patria.
3. Metodologia: dopo seri studi, stabiliremo distinzioni concrete che ci permetteranno di adottare un atteggiamento corretto e adattato a ogni individuo, a ogni categoria. Grosso modo, i sacerdoti del Vietnam del Sud possono essere classificati secondo le quattro categorie di cui abbiamo detto più sopra, progressisti, partigiani dell’adattamento, indecisi, reazionari; ma, affinché il nostro comportamento sia ancora più pertinente, potremo anche dividere ogni categoria in sottocategorie: per esempio, progressisti di categoria a, b e c; reazionari, comuni e pericolosi, e così via. In ogni nuova fase, dovremo nuovamente precisare i nostri criteri, rivedere le nostre valutazioni e classificare ogni persona nella categoria che gli conviene. Il nostro atteggiamento deve poter mutare in modo elastico secondo i momenti, gli avvenimenti e l’atteggiamento cangiante degli interessati. Le linee politiche e la strategia in materia religiosa saranno fissate di concerto con i Servizi di Sicurezza, che dovranno esserne a conoscenza e approvarle. Inoltre, dovranno essere conosciute e perfettamente comprese dai servizi e dalle istanze interessate, soprattutto dai servizi del ministero degli Interni e dell’Azione Popolare, ovunque si trovino sacerdoti. Ogni caso personale sarà oggetto di uno studio profondo, concreto e preciso; si studieranno l’origine familiare e sociale, le dichiarazioni, i comportamenti, gli atteggiamenti, il curriculum vitae di ciascuno per emettere a suo riguardo un giudizio corretto e determinare il nostro atteggiamento a suo proposito. Quando si studia un caso, bisogna a ogni costo essere obiettivi e condannare ogni spirito partigiano e meschino. Faremo differenza tra l’atteggiamento reazionario di ordine politico e l’anticomunismo inculcato dalla Chiesa e che è diventato una sorta di inconscio collettivo, tra abitudini d’opposizione che si spiegano con una reazione di classe e una coscienza politica reazionaria, tra coloro che si fanno lacchè dell’imperialismo e gli spiriti retrogradi e conservatori in materia religiosa per ubbidienza ai loro superiori.
Nei loro confronti applicheremo correttamente le diverse linee politiche, in particolare la linea politica religiosa. Offriremo loro ogni facilitazione per dedicarsi agli affari religiosi presso i fedeli nel settore di cui sono incaricati.
Nella situazione attuale del Vietnam del Sud e in funzione delle circostanze concrete delle diverse regioni, è conveniente incoraggiare i giovani sacerdoti — creando condizioni favorevoli — a partecipare al lavoro di produzione per aiutarli a risolvere i loro problemi materiali e nello stesso tempo a rieducarsi. Le misure prese dall’autorità saranno coordinate con il lavoro del Fronte Patriottico. Così svilupperemo il ruolo delle masse popolari in questa lotta. In questa azione presso i sacerdoti, bisogna attribuire una grande importanza alla mobilitazione delle masse dei fedeli; in particolare, dovremo saper fare svolgere il loro ruolo agli anziani e a quanti godono di un certo prestigio presso i fedeli in questa azione intrapresa presso i sacerdoti per riformarli. Rafforzeremo i fedeli che sono consapevoli delle necessità dell’edificazione della Chiesa, e che sono animati dal patriottismo in modo tale che le masse si mobilitino per la lotta e aiutino i sacerdoti a diventare uomini di progresso. È necessario creare numerose attività, non troppo assorbenti, adattate a ogni categoria e a ogni caso e che li aiutino a rieducarsi: riunioni, corsi, ispezione, visite, incontri personali, diffusione di documenti, di libri e di giornali…
Il contenuto educativo sarà adattato a ogni persona e a ogni categoria. A grandi linee, è necessario formare in loro una coscienza nazionale, esaltare la tradizione eroica e imperitura della nostra nazione, inculcare in loro la fierezza nazionale, la fierezza di appartenere all’eroico popolo vietnamita, far loro capire la vergogna legata alla rovina del loro paese, far loro superare la loro dipendenza di fronte allo straniero affinché con il popolo amino il loro paese e servano la loro nazione.
Per quanto concerne il nostro regime, si utilizzeranno argomenti profani e argomenti religiosi. Si esalterà la purezza e la bellezza del regime socialista, si valorizzeranno i punti di incontro tra il nostro regime e il cristianesimo, la giustezza della politica del partito e dello Stato. Si denunceranno i tentativi di utilizzazione della religione da parte degli imperialisti e dei loro lacchè, i crimini che hanno perpetrato contro la religione e la nazione. Li si aiuterà a superare il loro timore del comunismo e l’anticomunismo che ne consegue. Si inculcherà in loro la volontà di restare vicini alla nazione, ai lavoratori, di adottare il socialismo. A questo proposito, utilizzare intelligentemente la linea del Concilio Vaticano II.
Sarà necessario che portiamo il nostro attacco anzitutto contro l’imperialismo e i suoi lacchè per distaccarne i sacerdoti e attirarli a noi. Oltre le misure che si rivelano necessarie per ogni individuo, qualunque siano i suoi errori passati, dovremo usare pazienza, utilizzare argomenti profani e sacri, suscitare in loro uno spirito nazionale, risvegliare la loro anima vietnamita. Ci appoggeremo anche sulla realtà sociale, sulla purezza del nostro regime, sul cuore e sulla ragione, per educarli, convincerli e commuoverli.
Il nostro atteggiamento verso di loro dovrà essere morbido, intelligente, ma anche corretto, educato, cordiale, in modo tale che ci stimino e ci prestino fede. Eviteremo ristrettezza d’animo, la brutalità, realizzando così la politica di grande unione e di rispetto della libertà di credenza preconizzata dal partito e dallo Stato. Saremo vigili, ma senza pregiudizi né meschinerie a proposito di storie passate, senza risentimento per attività, modi di esprimersi, atteggiamenti retrogradi. Esalteremo il regime e la legislazione democratica. Assoceremo le misure ufficiali alla mobilitazione delle masse per una lotta positiva. Li faremo rientrare in un quadro e in una linea di condotta conforme alla legge.
Il nostro lavoro presso i sacerdoti deve diversificarsi secondo le categorie:
a. Nei confronti dei progressisti: la loro importanza è grande; bisognerà aiutarli a diffondersi, a formarsi, a progredire in un modo ancora più sicuro. Ci prenderemo cura di favorirli dal punto di vista materiale; rafforzeremo le loro convinzioni ideologiche e politiche. Li proteggeremo e li terremo fuori dal tiro delle mene dei reazionari che volessero minacciarli, tentarli, controllarli, attaccarli, che cercassero di isolarli dagli altri sacerdoti oppure di distaccare da loro le masse popolari. Ci sforzeremo di riunirli in una forza di progresso strettamente controllata da noi. Svilupperemo il loro ruolo nella mobilitazione della massa dei fedeli, nell’azione condotta presso gli altri sacerdoti e nella lotta antireazionaria; metteremo in opera una linea politica che li aiuterà ad agire. Dovremo mostrarci vigilanti di fronte agli opportunisti che si fanno passare per progressisti ma che, in tutte le attività prima ricordate, cercano solamente l’interesse della Chiesa.
Faremo molta attenzione al caso dei progressisti che hanno fatto un tratto di cammino con noi e che ritornano bruscamente all’opposizione; cercheremo le ragioni del loro atteggiamento e tenteremo di attirarli a noi. Non è conveniente dimostrare fretta e cacciarli brutalmente lontano da noi.
b. Nei confronti della classe intermedia: essa comprende i partigiani dell’adattamento e gli indecisi. Nei loro confronti adotteremo la seguente posizione: impegneremo una lotta che li attirerà a noi, che favorirà il loro progresso e che contrasterà gli sforzi dei reazionari per tirarli al loro seguito. In funzione delle diverse situazioni e delle loro capacità, ci cureremo di concedere loro un aiuto materiale affinché possano vivere e seguirci con assoluta tranquillità. Faremo particolare attenzione alla loro educazione politica e ideologica affinché adottino un atteggiamento corretto, riformino le loro posizioni errate; faremo in modo che la maggioranza di loro si conformi alla legge e applichi le linee politiche; li orienteremo verso attività patriottiche in modo tale che si distacchino a poco a poco dall’influenza dei reazionari. All’interno di questa classe, quando qualcuno commette una colpa, si può, secondo le circostanze e la gravità concreta della colpa, far agire le autorità oppure il Fronte Patriottico, ma a mo’ di avvertimento e per aiutarli lealmente; non è necessario essere brutali. La soluzione migliore è ancora quella di servirsi della massa dei fedeli, in modo particolare degli anziani, delle persone che godono di un certo prestigio, di servirsi della solidarietà che regna all’interno delle comunità religiose, di fare appello ad argomenti profani e religiosi, di dare loro consigli, in una forma delicata e morbida che possano accettare. Bisogna guadagnare la loro fiducia, portarli a riformarsi da soli, non allontanarli da noi.
c. Nei confronti dei reazionari: nella situazione attuale, bisogna che comprendiamo a fondo la loro natura e i loro disegni. Dovremo essere estremamente vigilanti, colpirli senza pietà, paralizzarli affinché non abbiano più la forza di opporcisi. In questo modo, salvaguarderemo la sicurezza politica, assicureremo una vita pacifica alla popolazione cattolica, accentueremo le divisioni nelle file del clero e spingeremo i partigiani dell’adattamento a seguire un orientamento da cui le masse popolari e la Rivoluzione potranno solamente trarre vantaggio. Bisognerà colpirli senza pietà, ma con sicurezza, senza distrazione né negligenza. Dovremo distinguere tra i reazionari e i sacerdoti politicamente retrogradi. Mobiliteremo la massa dei fedeli e ci sforzeremo di acquisire l’appoggio il più massiccio possibile dei sacerdoti, dei vescovi, soprattutto di coloro che dirigono la Chiesa (conclusione del convegno sul cattolicesimo nel Vietnam del Sud, del giugno 1978).
Per realizzare questo, sarà necessario padroneggiare la situazione, intraprendere studi approfonditi, adottare un atteggiamento concreto di fronte a ogni individuo e misure adeguate per isolarli, dividerli il più possibile, fare fallire i loro tentativi di sabotaggio e, nello stesso tempo, cercare i mezzi per trasformare il loro atteggiamento. Ci cureremo molto di mobilitare per questa lotta le masse popolari, di suscitare movimenti di opinione che li criticheranno, li isoleranno, li accuseranno oppure li combatteranno direttamente. Ogni lotta dovrà essere preparata accuratamente con un obiettivo chiaro e una tattica concreta. L’attacco principale sarà diretto contro un individuo determinato, i complici saranno divisi e paralizzati. Bisogna che conquistiamo l’appoggio del maggior numero possibile di persone e che isoliamo a ogni costo i sobillatori. Secondo le esigenze della lotta, rafforzeremo in modo conveniente le nostre truppe; sosterremo gli elementi dinamici che ne saranno la cerniera. Metteremo a punto una argomentazione solida, un atteggiamento corretto: argomenti forti, ma parole affabili. Esempio: argomentare a partire dal popolo, dal paese, dalla religione. Non deve essere ammessa negligenza alcuna. Cercheremo di far partecipare alla lotta la maggioranza dei fedeli, compresi coloro che sono ancora retrogradi, di conquistare l’appoggio degli altri sacerdoti e religiosi. Introdurremo la divisione in seno ai reazionari. Se sarà necessario e possibile, ci sforzeremo di suscitare dichiarazioni di vescovi, di sacerdoti, di religiosi, che li criticheranno e prodigheranno loro raccomandazioni e appelli. Bisogna sviluppare i nostri punti forti e portare i nostri attacchi sui punti più deboli dell’avversario. Faremo in modo che si arrendano di fronte alle nostre ragioni e che lo scacco provochi in loro il rimorso dei loro crimini; bisogna che teniamo conto dei testi legislativi e che non ci attardiamo su piccoli dettagli. I fatti esposti dovranno essere inconfutabili e appoggiarsi su prove chiare. L’argomentazione e i documenti che saranno prodotti dovranno essere abbastanza forti da persuadere, commuovere, conquistarci l’appoggio delle masse popolari e demolire l’argomentazione degli avversari. Nello stesso tempo, li dovremo rimettere sulla retta via, spingerli a pentirsi e ad abbandonare il loro atteggiamento di opposizione.
Quando sarà necessario sostenere la battaglia delle masse popolari, dovremo fare intervenire le autorità per neutralizzare e giudicare secondo le loro colpe i sobillatori recalcitranti. Ma, in tutti i casi, la mobilitazione della popolazione deve rimanere l’elemento fondamentale. È necessario far capire ai fedeli che i reazionari sono colpevoli verso il popolo e il paese, ma danneggiano anche la religione. Lottare contro di loro non significa lavorare contro la religione, opporsi a essa, ma, al contrario, renderla più sana e più bella. Non lasceremo circolare l’argomentazione secondo cui i reazionari sono colpevoli soltanto nei confronti del governo e non nei confronti della religione, oppure che sono puniti per ragioni religiose perché il comunismo perseguita la religione. Tutte le lotte concrete dovranno essere strettamente controllate, iniziare al momento opportuno e terminare a tempo debito. Dovremo padroneggiare il loro svolgimento razionale e la loro intensità. Bisognerà associare la partecipazione delle masse alle misure delle autorità, in modo tale che la lotta delle masse popolari rimanga l’elemento fondamentale. Bisogna notare che, qualunque siano la forma o il modo della lotta ingaggiata per contrastare e punire i reazionari, l’obiettivo finale resta sempre la mobilitazione delle masse popolari al servizio del movimento rivoluzionario, dell’edificazione del socialismo e della difesa della patria. L’importante è forgiare un movimento di masse veramente sicuro e generare nella popolazione la volontà di edificare la Chiesa e di dominarla. Di conseguenza, essa sorveglierà spontaneamente i reazionari e lotterà tempestivamente contro di loro.
4. Il nostro compito nei confronti delle congregazioni religiose: attualmente, nel Vietnam del Sud, sono numerose. Ciascuna di esse ha un carattere e un tipo di attività diversi. Vi sono congregazioni locali, altre di origine straniera. Generalmente, nelle congregazioni maschili i religiosi sono anche sacerdoti; tuttavia i membri di alcune di esse non li sono: è il caso, per esempio, dei fratelli delle Scuole Cristiane. La grande maggioranza dei religiosi ha studiato, possiede titoli accademici e ha una buona conoscenza in campo religioso. Di contro, molte religiose hanno fatto studi poco profondi e il loro livello culturale è meno elevato di quello delle congregazioni religiose maschili. Molte fra loro lavorano duramente, anche se fruiscono di un potere molto ridotto all’interno della Chiesa. Gli ordini e le congregazioni religiose sono impegnati in attività di generi molto diversi. Tuttavia si può dire, a grandi linee, che la Chiesa se ne serve soprattutto per la propagazione della religione, al servizio del rafforzamento delle credenze e del controllo dei fedeli. Il nemico li ha utilizzati per sabotare la Rivoluzione. Un certo numero di congregazioni maschili continua ad avere rapporti con i reazionari per opporsi alla Rivoluzione. Alcuni creano apertamente forme di culto e di preghiera di carattere superstizioso destinate ad attirare i fedeli e a sottrarre denaro alla popolazione, come i redentoristi. Altri hanno protetto reazionari antirivoluzionari, come i salesiani, i fratelli delle Scuole Cristiane. L’atteggiamento attuale della maggior parte delle congregazioni è caratterizzato da una preoccupazione per la vita materiale e per la vita religiosa. La grande maggioranza cerca di vivere la vita religiosa senza storia. In modo generale, si può dire che le religiose hanno compiuto molto meglio la loro trasformazione. Molte di loro si sono integrate nella vita comune della nostra società. Alcune in altri tempi svolgevano compiti specifici negli ospedali, negli orfanotrofi, nei lebbrosari… della Chiesa. Oggi, vogliono continuare questo servizio. Ad alcune è stato concesso di continuare e svolgono il loro compito con molto zelo. Molte suore hanno acquisito grandi meriti e sono state lodate. Un certo numero di giovani religiose vorrebbe fondare una famiglia, ma hanno ancora paura delle difficoltà della vita e della riprovazione dei fedeli.
La nostra posizione sarà la seguente: ci sforzeremo di portare i religiosi e le religiose a partecipare alle attività delle masse popolari nella prospettiva della loro rieducazione. Per le religiose, è importante essere loro molto vicini perché sono capaci di trasformazioni molto rapide. Bisogna evitare ogni discriminazione nei confronti delle religiose che sono entrate nel quadro istituzionale e che operano nei diversi servizi. Dobbiamo pensare a «normalizzare» i religiosi e a rieducare i loro pensieri. Il nostro atteggiamento dovrà essere il seguente: quanti vogliono continuare la loro vita religiosa, la continuino; quanti vogliono uscire, escano: li aiuteremo, creeremo condizioni perché sia facilitata la loro vita materiale. Studieremo i mezzi per procurare loro un impiego affinché possano risolvere i loro problemi di vita.
Fra i religiosi, alcuni hanno conoscenze, una specializzazione scientifica o tecnica; dovremo trovare il mezzo di servirci di loro. Li educheremo affinché rispettino la politica e la legislazione dello Stato. Li aiuteremo a superare il loro timore del comunismo, a mettersi alla scuola della nazione e del paese e a mettere le loro capacità al servizio del bene comune. Per ciò che concerne le religiose, è necessario far loro capire chiaramente quali sono i diritti e i doveri della donna nel nuovo regime. Creeremo le condizioni favorevoli al ritorno delle giovani religiose nelle loro famiglie e nella società. Quanto agli elementi reazionari, dovremo combatterli senza pietà, giudicarli secondo le loro colpe come tutti gli altri reazionari.
VI. Il nostro compito nei confronti dei seminari
La linea politica del partito e dello Stato consiste nel permettere alle religioni di aprire scuole di formazione di specialisti in attività religiose. Ma queste scuole si devono conformare esattamente alla legge dello Stato. Così, i seminari proseguiranno le loro attività. Ma, oggi, nel Vietnam del Sud, la Chiesa ha già anche troppi sacerdoti; perciò preconizziamo questo: i seminari che hanno cominciato e non ancora terminato la formazione di un certo numero di allievi avranno il permesso di continuare il loro insegnamento, a eccezione di quelli che sono stati utilizzati da elementi cattivi e dai reazionari per azioni di sabotaggio e sono stati chiusi dalle autorità. Quanto agli altri luoghi che non hanno ancora seminari, con abilità, consiglieremo alle autorità ecclesiastiche di non aprirli, di aspettare il momento in cui sarà necessario e in cui saranno rispettate le condizioni per questa apertura.
Per quanto concerne i seminari già esistenti, è necessario preoccuparsi della riforma del corpo docente e direttivo. Non bisogna lasciare che gli elementi cattivi e i reazionari mantengano le loro funzioni. Bisognerà curare che il contenuto, il programma e i metodi di insegnamento siano conformi al nostro regime, alla nostra politica, agli orientamenti e alle leggi del nostro paese. Elimineremo dal programma ogni contenuto reazionario, anticomunista o errato rispetto alla nostra politica e alle nostre leggi.
Gli allievi scelti per essere formati dovranno appartenere a buone famiglie lavoratrici; loro stessi e le loro famiglie dovranno godere dei diritti civili, applicare correttamente la politica e le leggi dello Stato, non opporsi alla Rivoluzione. Tutto questo dovrà essere attestato dal Comitato Popolare del distretto e del cantone di cui sono originari o in cui hanno il loro domicilio.
Se vi si impartisce un insegnamento culturale, dovrà essere conforme al programma e al livello dell’Educazione Nazionale; tuttavia, potrà essere alleggerito nei particolari in un modo adeguato. Il seminario deve accettare il controllo dei servizi locali dell’Educazione Nazionale. I servizi di azione religiosa delle province in cui si trovano i seminari devono concertarsi strettamente con i Servizi di Sicurezza e i servizi dell’Educazione per discutere della loro parte di lavoro concreto alfine di garantire la buona applicazione di queste linee politiche, in modo che tutti coloro che saranno formati in questi seminari siano buoni ecclesiastici che non si oppongono alla Rivoluzione.
Si nominerà un funzionario, di alto livello culturale e politico, con una profonda conoscenza dei problemi religiosi, incaricandolo di lavorare presso il seminario. Bisognerà prevedere per i seminaristi un programma di insegnamento che comprenda le questioni di attualità e la politica, e anche un funzionario incaricato di insegnarle. A seconda delle situazioni concrete, i servizi dell’Educazione dovranno organizzare il controllo dell’insegnamento dispensato ai seminaristi per assicurarsi che il suo contenuto è corretto e conforme alle direttive dello Stato.
Quando sarà necessario, sarà opportuno organizzare corsi di riciclaggio politico e ideologico per i dirigenti e gli insegnanti. In questo modo, li si aiuterà e si sarà sicuri .che l’insegnamento e l’organizzazione del seminario saranno conformi alla legge, seguiranno la linea della nostra nazione e del socialismo. In certe regioni, si trovano seminaristi provenienti da seminari utilizzati dai reazionari per attività di sabotaggio e che, di conseguenza, sono stati chiusi dalle autorità; dovranno essere seguiti, rieducati e aiutati affinché si riformino correttamente. Non bisognerà lasciare che i reazionari continuino a servirsi di loro.
VII. Il nostro compito nei confronti dei consigli parrocchiali. I notabili
Il consiglio parrocchiale costituisce la base stessa della Chiesa; è l’intermediario tra la gerarchia e i laici. Nel Vietnam del Sud, in questi ultimi anni, i consigli parrocchiali sono rimasti molto complessi e non hanno ancora potuto essere riformati. Queste organizzazioni restano ancora in mano a persone che godevano dell’appoggio del vecchio governo e del vecchio esercito-fantoccio. In molti luoghi, esse continuano a controllare la popolazione e non lasciano che i sacerdoti progressisti avanzino sulla via del patriottismo e del sostegno alla Rivoluzione. Per di più, continuano a dare man forte ai reazionari nelle loro attività di sabotaggio. La nostra posizione è che vanno riformati e che bisogna esercitare la nostra direzione sui fedeli alla base, cioè al livello dei consigli parrocchiali. Dovremo dunque riformare e assumere il controllo degli addetti, dei responsabili nelle parrocchie, togliere dai loro posti e dai consigli parrocchiali gli elementi cattivi, assicurarci che i membri di questi consigli siano persone adatte, rispettose delle leggi dello Stato, che si mantengano dalla parte del popolo e sostengano le autorità rivoluzionarie. Questo compito sarà eseguito a due livelli, al livello ideologico e al livello dell’organizzazione.
* Al livello ideologico: l’educazione si dovrà fare con l’aiuto di misure e di forme d’azione che faranno capire a tutti questi addetti le seguenti verità: essi sono elementi del popolo lavoratore e devono restare fedeli agli interessi del popolo lavoratore nel quale loro, le loro famiglie e i loro parenti sono situati; perciò devono servire e sostenere le autorità rivoluzionarie. Qualunque siano le infrazioni che i sacerdoti, i vescovi loro superiori commettono o li obbligano a commettere contro gli interessi del popolo, non solo non le devono commettere, ma si devono anche sforzare di impedire la loro realizzazione.
* Al livello dell’organizzazione: è conveniente mobilitare le masse in una battaglia per l’espulsione degli elementi cattivi dai consigli parrocchiali. È necessario precisare i criteri di scelta di un membro del consiglio parrocchiale. Si farà propaganda presso i fedeli perché si basino su questi criteri al momento della scelta.
Agiremo anche in modo che siano semplificati i consigli parrocchiali, che non devono comportare tanti membri come oggi; così sarà garantita l’attività religiosa della popolazione ed eliminato un cattivo costume della parrocchia. Questa riforma deve essere sottoposta alla discussione e da parte nostra lotteremo per ottenere l’appoggio del parroco del posto.
Il consiglio parrocchiale, prima di essere riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa e di entrare in attività, dovrà essere sottoposto all’esame e all’approvazione del Comitato Popolare.
Se vogliamo realizzare questa riforma dei consigli parrocchiali sul piano dell’organizzazione, bisogna cercare, stabilire distinzioni e valutare ogni individuo, ogni consiglio attualmente esistente per adottare nei confronti di ciascuno un atteggiamento adeguato. Nei luoghi in cui questa riforma è già stata compiuta, esamineremo di nuovo se esistono deficienze per porvi rimedio.
Da parte nostra dobbiamo aiutare gli elementi buoni, proteggerli, non lasciare che i reazionari li minaccino, li comprino oppure li manipolino. Non è conveniente introdurre nei consigli parrocchiali membri del partito, emissari o funzionari ai nostri ordini; non bisogna neppure adottare un comportamento politico particolare nei confronti di coloro che sono eletti dalla popolazione, ma considerarli come lavoratori che svolgono attività religiose al servizio dei fedeli.
Per ogni regione, dovranno essere emanati regolamenti concreti concernenti le attività religiose, regolamenti che devono guidare i consigli parrocchiali.
È necessario organizzare la sorveglianza e condurre una lotta risoluta perché la Chiesa non costituisca consigli parrocchiali segreti o camuffati, che si opporrebbero alla nostra riforma della Chiesa.
VIII. Il nostro compito nei confronti delle associazioni
Le associazioni sono organizzazioni fondate dalla Chiesa per consolidare le credenze, controllare i fedeli, concentrare le sue forze, proteggere le posizioni della Chiesa, opporsi alla Rivoluzione. Nelle due guerre di resistenza, anti-francese e anti-americana, le associazioni, malgrado il loro carattere religioso o artistico, hanno sempre avuto di mira il rafforzamento della religione, l’opposizione al comunismo e alla Resistenza. Alcune fra esse che, ufficialmente, portavano un nome religioso, erano, in realtà, organizzazioni politiche reazionarie, anticomuniste, che reclutavano soldati-fantoccio per l’avversario.
La Chiesa si è sempre sforzata di consolidare e di sviluppare le associazioni, particolarmente quelle che si interessano dei giovani e degli adolescenti. Esistono numerosi generi di movimenti; le loro forme sono svariate e complesse: le associazioni artistiche al servizio del culto, le associazioni puramente religiose, le associazioni di servizio sociale, le organizzazioni reazionarie a «copertura» religiosa. La soluzione di questo problema sarà disagevole e complessa; infatti la Chiesa ha sempre condotto una lotta accanita in questo campo.
La nostra posizione sarà la seguente: in linea generale, non si deve permettere alla Chiesa di organizzare associazioni perché non sono necessarie alla vita religiosa delle masse popolari e, inoltre, perché sono troppo facilmente utilizzabili da parte dei reazionari nella loro lotta contro la Rivoluzione. Ci porremo l’obiettivo di indebolirle progressivamente fino alla loro completa scomparsa, soprattutto le organizzazioni che raccolgono giovani e adolescenti. Quindi non permetteremo ai reazionari di utilizzarle per opporsi alla Rivoluzione; non lasceremo neppure che la Chiesa se ne serva per sollevare le masse contro di noi.
Se vogliamo sistemare questo problema, la misura più importante e più efficace consisterà nel fare propaganda presso le masse popolari affinché partecipino alle associazioni rivoluzionarie e alle organizzazioni patriottiche. Le attireremo nelle nostre attività politiche, culturali e artistiche. Le faremo partecipare al lavoro di produzione, alla edificazione del socialismo e alla difesa della patria. Susciteremo la loro presa di coscienza e il loro progresso in modo che le associazioni religiose si indeboliscano e a poco a poco scompaiano. Eserciteremo in modo unilaterale il nostro controllo e ci serviremo di misure autoritarie per risolvere questo problema.
Bisogna addurre la Legge sulla Fondazione delle Associazioni per vietare alla Chiesa di fondarne. Faremo propaganda presso i fedeli, i sacerdoti e i vescovi perché capiscano che le associazioni non sono necessarie alla vita religiosa e che, se venissero organizzate, potrebbero essere utilizzate dai reazionari per danneggiare gli interessi del popolo e della loro religione. Li convinceremo a non fondarne e a eliminare quelle che esistono.
Per le associazioni ancora esistenti: dovremo studiarle in concreto e valutare ciascuna di esse in modo corretto affinché il nostro atteggiamento sia anch’esso corretto. Bisognerà analizzare la natura di ciascuna di esse, il contenuto delle loro attività e anche la natura e l’atteggiamento dei loro membri… per poi valutare e sistemare il problema.
Per le associazioni di natura politica reazionaria: bisognerà associare l’applicazione di misure autoritarie alla mobilitazione delle masse popolari, condurre una lotta risoluta per il loro scioglimento. Smaschereremo il loro carattere reazionario, rafforzeremo la coscienza e la vigilanza politica della popolazione affinché ci dia il suo appoggio nella battaglia per l’eliminazione di queste organizzazioni e aiuti le autorità a punire i reazionari.
Per le associazioni a carattere unicamente religioso: come i terz’ordini, i gruppi dello scapolare, le associazioni poste sotto il patrocinio di santi o di sante… I membri non sono obbligati a pagare una quota o a partecipare a riunioni; non fanno altro che recitare preghiere. Quindi non si riuniscono, non discutono tra loro e, di conseguenza, non costituiscono un ostacolo all’attività professionale e rivoluzionaria delle masse popolari. Per il momento, le si lascerà continuare le loro attività.
Per le associazioni a carattere artistico necessarie alle celebrazioni religiose come i gruppi di canto, cioè corali, gruppi musicali, società corali maschili. Le riformeremo in modo tale che siano nello stesso tempo al servizio della religione e al servizio della popolazione.
Per questo, bisognerà espellerne gli elementi reazionari, che le controllano e le infiltrano. Nello stesso tempo, vi introdurremo elementi buoni, funzionari con competenza artistica che le guideranno nella scelta di brani musicali e di canti rivoluzionari. Così queste associazioni serviranno contemporaneamente la religione e l’interesse generale della popolazione.
Intensificheremo la nostra vigilanza e la nostra sorveglianza affinché siano scoperte e contrastate in tempo le associazioni che svolgessero attività segrete o camuffate.
Fine
[Partito Comunista Vietnamita]
Il giorno della festa nazionale
(l) Sigla dell’organizzazionc Cooperation for Reconstruction in Vietnam (ndr).