« Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: “È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni”. Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde » (Lc 11,14-23)
La nostra vita su questa terra è come una grande guerra interiore… Contro chi la combattiamo? « […] contro i Principati e Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti » (Ef 6,12). Contro gli angeli malvagi dunque. Come la combattiamo? Con i nostri pensieri. È una guerra spirituale, “ideologica”. Dobbiamo prima di tutto riconoscere i pensieri che vengono dal nemico, quelli che sono solo nostri e quelli che vengono dai nostri alleati celesti. I padri del deserto erano disposti a fare dei chilometri nel deserto per andare da un anziano a raccontargli i loro “loghismói”, i loro pensieri, quando avevano dei dubbi. E praticavano la “eksagóreusis”, cioè il “mettere in piazza”, i loro pensieri interiori per ricevere lume dall’anziano sulla loro natura ed eventualmente sul come combatterli. Ci sono pensieri che sono evidentemente negativi e sulla cui origine non vi possono essere dubbi: pensieri di invidia, di vendetta, di lussuria… Ma ce ne sono certi che sono più nascosti, la cui origine tuttavia è certamente negativa: i pensieri di scoraggiamento. Oggi va tutto male, è un disastro, la gente non prega più, da retta a cose assurde, pensa che uno possa scegliere se essere uomo o donna, ecc. ecc. Quindi… Non c’è più niente da fare! No invece: non solo c’è qualcosa da fare, ma bisogna reagire e vincere, perché – di fatto – abbiamo già vinto. Questa battaglia dei pensieri è la più importante di ogni altra. Se si cede su questo fronte tutto crolla. “Pensare positivo” non è solo uno slogan vuoto per un cristiano, è uno stile di vita e di combattimento.