« Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri » (Gv 15,12-17).
Il cuore dell’insegnamento morale di Gesù è contenuto in questo solo comandamento: « Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri » (13,34; cfr. Mt 5,43-48; Mc 12,28-34). Gesù ama i suoi discepoli con quell’amore fatto di totale autodonazione, senza residui, che è l’amore stesso di Dio. Questo amore appare, ci è rivelato, s-velato, soprattutto nel mistero della Croce, in cui il Padre dona il suo figlio Gesù per la salvezza del mondo (3,16) e Gesù dà la sua vita in un atto di perfetto amore ed obbedienza al Padre (10,17). Perché « Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici ». Gesù chiede che i suoi discepoli pratichino lo stesso tipo di amore. Chiede qualcosa di assurdo, di impossibile? Potrebbe sembrare di sì, se si rimane chiusi nelle proprie vedute solo umane, ma le cose cambiano se si apre il cuore e la mente alla luce della fede. Ascoltiamo le parole profonde di papa Benedetto XVI, degne di un Padre della Chiesa: « Dio ci ha amati per primo [1Gv 4,10]. […]. Nella storia d’amore che la Bibbia ci racconta, Egli ci viene incontro, cerca di conquistarci — fino all’Ultima Cena, fino al Cuore trafitto sulla croce, fino alle apparizioni del Risorto e alle grandi opere mediante le quali Egli, attraverso l’azione degli Apostoli, ha guidato il cammino della Chiesa nascente. Anche nella successiva storia della Chiesa il Signore non è rimasto assente: sempre di nuovo ci viene incontro — attraverso uomini nei quali Egli traspare; attraverso la sua Parola, nei Sacramenti, specialmente nell’Eucaristia. Nella liturgia della Chiesa, nella sua preghiera, nella comunità viva dei credenti, noi sperimentiamo l’amore di Dio, percepiamo la sua presenza e impariamo in questo modo anche a riconoscerla nel nostro quotidiano. Egli per primo ci ha amati e continua ad amarci per primo; per questo anche noi possiamo rispondere con l’amore. Dio non ci ordina un sentimento che non possiamo suscitare in noi stessi. Egli ci ama, ci fa vedere e sperimentare il suo amore e, da questo “prima” di Dio, può come risposta spuntare l’amore anche in noi » (Deus caritas est, n. 17). Gesù elabora questo comandamento fondamentale presentandoci un contrasto: quello tra il servo e l’amico. Se un servo chiedesse al padrone: perché devo fare quello che tu mi comandi? Riceverebbe questa risposta: sta zitto e fà quello che ti dico! Ma Gesù ci ricorda che il rapporto che vuole avere con noi è di natura completamente diversa: « Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi ». Ecco perché ci parla, ecco perché ci svela i suoi piani, ecco perché vuole essere ascoltato. Non siamo suoi amici perché lo abbiamo “scelto”. Non siamo noi che lo abbiamo amato per primi. Lui ha scelto noi, l’iniziativa di questo amore apparentemente irraggiungibile è partita da Lui, anzi è partita dal Padre e ci raggiunge attraverso di Lui, nella comunione resa possibile dallo Spirito Santo. Noi possiamo e dobbiamo accogliere questo amore, perché l’amore ci raggiunge solo nella libertà. Possiamo anche, ahimé, non accoglierlo. È questa la decisione della vita. Nella vita prendiamo tante decisioni. A volte decidiamo di non decidere e ci lasciamo trascinare dalle situazioni e dalle passioni. Ma anche questa è una decisione. Tante decisioni, ma una sola veramente importante: lasciarci amare da Gesù oppure no. Se accogliamo il suo amore, allora la nostra vita a poco a poco cambia e, trascinati da questa corrente di amore, a volte letteralmente travolti, ci sorprendiamo ad amare il nostro prossimo in modo nuovo. Ci sorprendiamo ad amare gratuitamente persone malevole, antipatiche, fastidiose… È la sorpresa più bella della vita: ci scopriamo capaci di amare! Anche noi possiamo essere sorpresi dalla gioia!