« Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui » (Mc 1,14-20).
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La predicazione di Gesù riguarda il Vangelo di Dio, cioè è l’annuncio ufficiale della buona notizia che viene da Dio e che riguarda Dio, perché ne svela il vero volto. Si tratta di una predicazione particolare, perché in realtà è un annuncio, un proclama dato con autorità. È un “kerygma” (keryssô: annunciare ufficialmente per mezzo di un araldo), in cui un banditore annuncia una decisione irrevocabile del Re. Il tempo è compiuto, perché è venuto il momento in cui Dio stesso entra nel tempo e conferisce al tempo il suo significato compiuto. Si tratta di un momento decisivo che determina una svolta: annunciato e prefigurato dai tempi più remoti, determina il passaggio all’età definitiva della storia dell’umanità.
L’espressione “Regno di Dio”, il tema favorito dei Vangeli sinottici, è il termine caratteristico usato da Gesù per esprimere la sua identità e la sua missione. Il suo significato sarà sviluppato in una serie di parabole (Mc 4,1-32). Anche se questa espressione non compare mai letteralmente nell’Antico Testamento, essa sintetizza perfettamente l’anelito di Israele per la piena e perfetta manifestazione dell’autorità di Dio in Israele e in tutto il mondo: « Arrossirà la luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e a Gerusalemme, e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria » (Is 24,23); « Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio” » (Is 52,7); « Il Signore sarà re di tutta la terra. In quel giorno il Signore sarà unico e unico il suo nome » (Zc 14,9).
L’annuncio che il Regno è vicino (énghiken: “incombe”) contiene – insieme – due affermazioni: è già presente e deve ancora manifestarsi pienamente. Come quando il sole sorge all’orizzonte. Il Regno è già presente, incarnato nella stessa persona di Gesù (cfr. Lc 17,21). Mediante il suo ministero diventa sempre più evidente che l’ “occupazione straniera” del peccato, di Satana, della malattia e della morte, è vinta e rovesciata.
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Il Santo del giorno: San Felice da Nola, confessore e martire