« Intanto Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: “Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici”. Ed egli diede a lui la decima di tutto » (Gen 14,18-20)..
Melchìsedek è un personaggio veramente misterioso. Compare qui per la prima volta nella Bibbia. Di lui è detto solo che è re di Salem e a lui Abramo offre la decima, riconoscendo così la sua superiorità. Ricompare nel salmo 110,4: « Il Signore ha giurato e non si pente: “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek” ».
Queste parole sono rivolte al Messia. Tutto questo sarà riconsiderato nella lettera agli Ebrei ai capp. 5-7. Melchìsedek letteralmente vuol dire “il mio re è giustizia”. È il re di Gerusalemme? Il termine שׁלֵם – Salem (Gen 14,18) può essere interpretato come un nome proprio e allora sarebbe Gerusalemme (con un’abbreviazione che appare molto strana: nei testi non biblici del secondo millennio Gerusalemme è chiamata Rushalimum/Urusalim) oppure potrebbe essere tradotto semplicemente con “pace”: re di giustizia e di pace (cioè: il mio re è giustizia e pace).
I Padri della Chiesa hanno visto in questo personaggio – guidati in questo dalla lettera agli Ebrei – una comparsa di Gesù prima del tempo della sua venuta e della sua incarnazione, il Verbo pre-incarnato. Un’anticipazione reale e profetica del Verbo incarnato e del suo sacrificio eucaristico. L’eucaristia prende così un significato “cosmico” che avvolge e traduce il senso del mondo.
La “Messa” si trova all’inizio e alla fine della storia e – in qualche modo – la riassume tutta. Vivendo la santa Messa siamo proiettati nel cuore della storia, al centro della vita del mondo, per essere offerti ed elevati oltre la storia… nell’eternità