« Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli » (Col 1,15-20).
Posto che il Figlio eterno di Dio è « immagine del Dio invisibile », ogni uomo, quando appare sulla scena dell’essere, è Figlio di Dio. A causa del peccato tuttavia – se rimane in lui la chiamata ad essere Figlio e la possibilità di diventarlo – la “somiglianza” è distrutta (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 705). Per diventare Figlio di Dio deve « nascere dall’alto/di nuovo [ἄνωθεν] » (Gv 3,3-7) con il Battesimo che si può realizzare in tre forme: acqua, desiderio, sangue. Ci sono dunque tanti modi di “diventare”.
Gesù è già Figlio di Dio per nascita, ma lo “diventa” tuttavia in pienezza a favore di tutti coloro che crederanno in lui mediante la risurrezione. Anche noi – se siamo stati battezzati – siamo “già” Figli di Dio (cfr. 1Gv 3,1), ma lo dobbiamo diventare con la nostra vita, accettando che la nostra vita sia trasformata dalla vita di Gesù.
San Tommaso d’Aquino diceva che la grazia è « quaedam inchoatio gloriae [è un certo inizio della gloria] ». La nostra risurrezione rappresenterà « la rivelazione dei figli di Dio » (Rm 8,19). Così come Gesù è diventato quello che era, anche noi – con la sua grazia – dobbiamo diventare quello che già siamo.
Il Santo del giorno: San Zaccaria, profeta