« Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire » (Lc 12,8-12).
Questa imperdonabile bestemmia contro lo Spirito Santo costituisce da sempre un problema per i fedeli, ma lo è anche per gli esperti. Direi che è un segno lasciato dalla Provvidenza nelle Scritture per ricordarci, qualora ce lo fossimo dimenticato, che il mistero esiste…
Per quanto misteriosa sia questa affermazione essa conserva però molti elementi per cui possiamo accoglierla e integrarla nel nostro cuore e quindi anche nella nostra intelligenza. La Chiesa l’ha sempre compresa come il rifiuto finale e definitivo della misericordia di Dio (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1864). Se nel cuore del Vangelo sta la misericordia infinita e incondizionata di Dio il suo rifiuto rappresenta una bestemmia a cui non c’è rimedio né in questa vita né nella vita dopo la morte (cioè in un cammino di purificazione – Purgatorio).
Perché è una “bestemmia”? Perché significa affermare che Dio non è capace di perdonare, cioè di amare fino in fondo. Che Dio non è veramente onnipotente. Riflettiamoci bene, perché questa bestemmia ci è molto vicina. Direi che oggi è come “nell’aria”. Dio, creando degli esseri liberi, l’uomo e gli angeli, si è come “auto-limitato”. Ha fatto spazio a delle libertà vere. Non per debolezza, ma per somma onnipotenza.
Perché lo ha fatto? Perché voleva, per somma e gratuita misericordia, che altri entrassero nella sua vita di amore e di ineffabile gioia e l’amore non si può “imporre”, altrimenti non è più amore.
Il Santo del giorno: San Paolo della Croce, sacerdote