« […] ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli » (Col 1,12-20).
Abbiamo ricevuto delle grazie e la grazia è gratis. Riflettiamo su questo punto: se siamo cristiani è perché abbiamo ricevuto una grazia, e la grazia è una cosa che non è dovuta. Non l’abbiamo ricevuta perché siamo più bravi degli altri. È importante metterci in un atteggiamento spirituale corretto, per vedere tutte le meraviglie che il Signore ci ha donato e per saperle ritrovare. Anche un intero popolo può avere l’atteggiamento di un santo: l’umiltà, virtù dei santi come persone singole, deve essere anche virtù di una società.
Cosa pensava santa Teresa d’Avila quando considerava le grazie che il buon Dio le aveva fatto e quando le persone attorno a lei si comportavano in maniera sbagliata? Santa Teresa diceva: «Se a queste persone Dio avesse fatto le grazie che ha fatto a me, sarebbero molto più sante di me». Ma poi si chiedeva: «Perché tutte queste grazie fatte a me? Perché è l’unico modo per salvarmi: se Dio non mi avesse bombardato di grazie, chissà cosa sarebbe successo». Questo è l’atteggiamento giusto. S. Ignazio nelle Regole per il discernimento degli spiriti ci invita a fare queste considerazioni: quando ricevi una la grazia, rifletti: è un dono.
Quando sei in desolazione pensa alla forza che ti dà la grazia, quando sei consolato pensa a quanto sei debole quando la grazia non c’è. Possiamo vedere la desolazione sociale guardandoci intorno. La società cristiana è finita, ci sono dei residui. I resti di cristianesimo che vediamo attorno a noi assomigliano a dei relitti che galleggiano sul mare dopo un naufragio (l’esempio è del card. Giacomo Biffi). Quando constatiamo una crudeltà ripugnante nel contesto di altre culture possiamo anche scandalizzarci, ma soprattutto dobbiamo ringraziare ed evangelizzare…
Memoria dei santi martiri vietnamiti: Andrea Dung Lac, sacerdote, e compagni