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Il pensiero del giorno

1 Dicembre 2019 - Autore: Don Piero Cantoni

« Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: “Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore » (Is 2,1-5).


Il cuore di tutto è la persona di Gesù. Per conoscerlo veramente bisogna accettare di ripercorrere, con la nostra vita, la sua stessa vita. Questo è anche il cuore della Bibbia. Per conoscere la persona di Gesù e la sua vita è molto importante conoscere la Bibbia. Ma un cattolico può leggere la Bibbia? Non è una cosa da protestanti?

Leggere assiduamente la Bibbia e conoscerne a memoria almeno alcuni versetti non è il sintomo che siamo Testimoni di Geova? Sono dubbi che circolano, spesso inconfessati e quindi tanto più pericolosi. È importante allora che, brevissimamente, ripercorriamo la storia della questione.

La tradizione della Chiesa è sempre stata quella di incoraggiare tutti i fedeli che possono farlo utilmente, ad applicarsi assiduamente alla sacra Scrittura. Nei primi secoli della Chiesa, i fedeli che non avevano potuto ascoltare la predicazione, leggevano in casa la sacra Scrittura. È noto come san Gerolamo esortasse le pie donne di cui era direttore spirituale a studiare con tutte le loro forze il Libro.

È facile comprendere che la lettura dei libri santi non poteva essere praticata da laici illetterati. Chi non sapeva leggere… non poteva leggere! Per questo essa fu in grande onore nei monasteri e nelle scuole, dall’antichità cristiana fino a tutto il medio evo.

Non vi era interdizione di leggere la Bibbia nel Medio Evo. Le traduzioni in volgare erano numerose, anche se non aveva per i medioevali quel carattere urgente e imperioso che prese in seguito. Bisogna ricordare infatti che il latino era la lingua della cultura e molti laici lo sapevano leggere.

Anche per i chierici l’accesso al testo non era d’altronde così facile come oggi, perché una Bibbia doveva costare press’a poco come un cavallo. Cioè come – al giorno d’oggi – un’automobile. Pensate ad un libro che costasse all’incirca diecimila euro…

Ma essa giungeva a tutti per molte vie: la predicazione che era tutta fondata sulla Scrittura, l’arte, le chiese, che con le sculture di cui erano ricche, le loro splendide vetrate, comunicavano la Bibbia e i suoi contenuti a tutti coloro che le frequentavano. Le chiese medioevali sono state per questo chiamate: Bibbie per i poveri… 


Il Santo del giorno: Beato Charles de Foucauld, religioso

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