« Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose » (Mc 6,30-34).
Gesù riconosce che dopo il loro intenso lavoro apostolico gli Apostoli avevano bisogno di riposarsi rimanendo un po’ insieme fra di loro e in sua compagnia. Lo “stare con lui” non è una tappa da lasciarsi alle spalle, ma deve accompagnare sempre la loro vita e deve essere costantemente rinnovata (Mc 3,14; cfr. Gv 15,4).
Il deserto è il luogo in cui si è messi alla prova (Mc 1,3-13), ma è anche il luogo in cui ci si allontana dai rumori e dalle distrazioni del mondo per ritrovare l’intimità con il Signore. Il desiderio del Signore di dar loro riposo, richiama il riposo promesso al popolo di Israele nella terra promessa dopo la traversata del deserto (Es 33,14; Dt 12,10; Eb 4,9-11) e, nello stesso tempo la sua attenzione concreta per i bisogni pratici di quelli che si dedicano generosamente al suo servizio.
Il luogo deserto non rimane tale a lungo, perché sono subito raggiunti dalla folla che non lascia loro neppure il tempo di mangiare. Gesù però non dà segni di disturbo, ma di compassione. Anche questo fa parte del suo addestramento per gli Apostoli, della pedagogia di quell’unico e specialissimo “Seminario” che ebbe in Gesù il suo Rettore, Vicerettore e Direttore Spirituale… Riposarsi è importante.
Un riposo che va inteso in modo molto concreto: riposo – insieme – del corpo e dello spirito. Come riposare lo spirito? Non “non facendo niente”, perché il far niente è tutt’altro che riposante, ma “stando con Lui”. La preghiera profonda, la preghiera del cuore è la chiave del riposo spirituale vero.
È una anticipazione del riposo definitivo nella Terra Promessa, è il modo più vero di ritemprare le forze. Sempre però rifuggendo da ogni egoismo… Con la disponibilità cioè ad essere “disturbati” dall’improvviso e inaspettato bisogno degli altri.
Il Santo del giorno: Santa Giuseppina Bakhita, vergine