Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
2 ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
3 È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
4 Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
5 perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio
né i peccatori nell’assemblea dei giusti,
6 poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
Questo è più di un salmo: è il riassunto di tutto il salterio! Incomincia con una parola אַשְׁרֵי “beato” che ha una א (àlef) come prima lettera. La àlef è la prima lettera dell’alfabeto ebraico. Termina con un’espressione תֹּאבֵד “va in rovina” la cui prima lettera è una ת (tav), l’ultima lettera dell’alfabeto. Non è un caso!
Il salmo ci comunica in questo modo di riprodurre nei suoi versi tutta quanta la vita dell’uomo. Tutte le sue possibilità. L’uomo è libero e può percorrere due vie: la via della vita (i primi tre versetti) e quella della morte (i versetti 4-6). Chi percorre la via della vita trova la sua gioia «nella legge del Signore». La traduzione “legge” può portarci fuori strada. La תּוֹרָה è piuttosto “l’insegnamento”.
Per capire un insegnamento bisogna fondersi con esso, lasciarsi plasmare da lui. L’insegnamento è la vita stessa di Gesù che noi dobbiamo accettare di ri-vivere nella nostra vita. Ogni vita di un santo è un modo diverso di riprodurre la vita di Gesù. Anche nella nostra vita, se ci affidiamo a Lui, può avvenire lo stesso stupendo miracolo
Il Santo del giorno: San Gabriele dell’Addolorata