« Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: “Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò. E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio”. Disse Dio ad Abramo: “Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione » (Gen 17,3-9).
Qui abbiamo un momento fondamentale nella vita di Abramo: Dio gli cambia il nome. Un cambiamento di nome, nel contesto della Bibbia, non è solo un dettaglio anagrafico, ma corrisponde ad un cambiamento di vita e di destino.
È una nuova “vocazione”. Il nome originario è Avram אַבְרָם cioè “padre elevato”, che diventa Avraham אַבְרָהָם, cioè «padre di una moltitudine di nazioni». Non ci troviamo qui davanti ad una etimologia “scientifica” secondo i criteri moderni, ma ad una specie di assonanza, per cui il suono “Avraham” è assimilato con אַב הֲמוֹן [גּוֹיִם]”padre di una moltitudine di popoli”.
Le due parole, una volta pronunciate, hanno una certa somiglianza. Non dimentichiamo che la “vocazione” della parola è di essere detta e solo secondariamente scritta. Non dobbiamo mai dimenticarlo: non è solo un dettaglio. Gesù è la Parola eterna di Dio. Non è sufficiente ri-dirla, bisogna accettare di ri-viverla. Noi non ne siamo capaci: credere è accettare di accogliere la sua Vita nella nostra vita.
Se lo facciamo, la nostra vita è sconvolta… Trasformata, capovolta, divinizzata…
Il Santo del giorno: San Francesco da Paola, eremita