« Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno””. Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto » (Lc 24,1-12).
John Ronald Reuel Tolkien ha coniato il termine di “Eucatastrofe” per indicare, in un racconto fantastico, un evento imprevedibile che capovolge una situazione drammatica e la volge ad un finale straordinariamente bello.
Certamente il Vangelo lavorava nel fondo del cuore e della mente di Tolkien: nessun evento realizza così perfettamente quello che l’autore inglese aveva in mente meglio della Resurrezione di Gesù. San Paolo, nella lettera agli Efesini (1,15-22) descrive la resurrezione proprio alla stregua di una eu (buona) – catastrofe.
Cioè un sovvertimento, una deflagrazione positiva, insieme tremenda e potentemente affascinante. Lo fa giustapponendo cinque sostantivi: grandezza, dinamismo, energia, forza, potenza: « […] la straordinaria grandezza [μέγεθος] del suo dinamismo[δύναμις] verso di noi credenti secondo l’ energia [ἐνέργεια] della forza [κράτος] della sua potenza [ἰσχύς] che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti » (Ef 1,19-20).
La consapevolezza che il Risorto regge ormai con la sua potenza “infinitamente potente” le sorti del mondo e vuole fare di noi i suoi collaboratori non deve mai abbandonare la nostra mente e il nostro cuore. La Resurrezione di Gesù non è un evento fantastico o mitico, ma realissimo e concretissimo!
Un evento insieme e inseparabilmente storico e sopra-storico, perché rappresenta, per chi crede, l’inizio di una storia nuova e infinita a cui siamo invitati a partecipare non come spettatori, ma come attori.
Il Santo del giorno: Santa Gemma Galgani, vergine