« Allora Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò a loro così: “Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole. […]. Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire » (At 2,14.22-23)
Pietro ormai è diventato coraggioso. Con un coraggio nuovo e potente descrive agli ascoltatori quello che è successo: voi, popolo di Israele avete ucciso Gesù. Ma questo stesso Gesù – crocifisso per mano di pagani – ha vinto la morte. La morte non ha avuto potere su di lui. Nel Salmo 16 è detto che « tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione ».
Davide qui non poteva parlare di sé stesso, perché è morto – come tutti gli altri uomini – e la prova è che il suo sepolcro è ancora in mezzo a noi. Qui Davide è profeta e annuncia proprio quello che sarebbe successo con il suo discendente Gesù.
Gesù infatti è morto, ma la morte non ha avuto alcun potere su di lui, morendo ha vinto la morte e ha raggiunto un luogo che è la sorgente della vita. Di lì diffonde la vita su tutti coloro che rimarranno uniti a lui. Questa vita è ormai presente ed è proprio quella che ci fa parlare. La vita divina è una vita immortale, è “per sempre”.
È il cuore della Chiesa, ne è la sua vita, la sua “anima”. Molti, nei secoli a venire, proveranno a distruggerla, ma sempre – inesorabilmente – saranno a loro volta distrutti. La vita che la anima è troppo forte. Questa vita può essere la nostra se accogliamo la parola del Vangelo.
Se accogliamo la vita di Gesù vivremo come lui, moriremo ma – inevitabilmente – risorgeremo con lui per una vita indistruttibile ed eterna.
Lunedì dell’Angelo