« Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime » (1Pt 1, 3-9).
Qual è il cuore della vita di Gesù? Al centro sta la vicenda della sua passione e della sua risurrezione. Vediamo che nei Vangeli è la vicenda raccontata più dettagliatamente e, per così dire, tutta di un fiato. La liturgia ce lo attesta con chiarezza: durante la settimana santa i racconti sono letti (o cantati) con estrema solennità e in tutta la loro lunghezza.
Anzi, se raccogliamo le testimonianze degli scritti successivi, sembra che la risurrezione abbia un primato. In realtà dobbiamo stare bene attenti a questo paradosso; la morte per amore di Gesù non è separabile dal fatto che il suo sacrificio è accolto dal Padre che lo risuscita dai morti. Morte e risurrezione non possono essere staccati: insieme costituisco la Pasqua: il passaggio da questo mondo al Padre, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dal peccato alla santità che costituiscono il senso ultimo e vero della nostra vita e della nostra storia.
La storia raccontata dalla Bibbia è infatti la chiave di interpretazione di tutta la storia del mondo. Sia in senso quantitativo che in senso qualitativo. In essa è compresa anche la nostra storia, quella di ciascuno di noi. In essa trovano la loro spiegazione e il loro senso ultimo le nostre gioie e i nostri dolori, le nostre vittorie e le nostre sconfitte. Il loro senso, la loro direzione è la Pasqua.
Un passaggio che nessuno di noi sarebbe capace di compiere da solo, ma che è possibile compiere se si accoglie la grazia della vita stessa di Gesù che si dona a noi per “trasportarci” con lui. Tutto si centra in lui, anche le nostre sconfitte e le nostre umiliazioni. Un centro che non è solo un racconto scritto e neppure una storia solo raccontata.
La sua consistenza ultima non è quella della carta di un libro o del suono effimero di parole che vengono inghiottite dal silenzio non appena pronunciate, ma è quella di una persona in carne ed ossa, viva e vivificante, che siamo invitati ad incontrare nella fede e nell’amore.