« Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso. Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistatoperché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa » (1Pt 2,4-9).
Lui, il Signore, è la pietra angolare, il pilastro fondamentale su cui tutto poggia e che tutto regge. Questo pilastro è nascosto, per vederlo ci vogliono gli occhi della fede, ma è Lui che sostiene tutto. Mi ricordo di aver letto tempo fa una notizia che, sulle prime, mi fece ridere, ma che poi riconsiderai in tutta la sua drammaticità.
Un tizio faceva tanta fatica a parcheggiare la sua auto in garage, a causa di un pilastro situato in una posizione scomoda. Gli venne allora una idea brillante: togliere di mezzo questo impiccio messo da non si sa chi in quella posizione così scomoda. Si procurò gli strumenti e dopo ore di lavoro riuscì nell’impresa… e la casa crollò! Un condominio di quattro piani…
Come facciamo ad essere vere ed autentiche pietre vive di quell’edificio reale di cui la nostra chiesa di pietre o di mattoni è solo un “segno”? Aderendo il più possibile alla pietra angolare. Standogli il più possibile vicino. Il cemento che ci unisce è la fede che opera mediante l’amore. Guardando un bel palazzo siamo spesso colpiti dal luccichio delle tante piastrelle che ne decorano la facciata.
Ma se le piastrelle si deteriorano e si staccano, il palazzo diventa solo un po’ più bruttino, ma rimane in piedi come prima. Se invece sono compromesse le fondamenta e le pietre nascoste che lo reggono, allora può anche crollare. Essere “Chiesa” non vuol dire cercare la visibilità effimera e superficiale, ma mettersi il più possibile vicino al fondamento, con la nostra fede, con la nostra vita e con il nostro amore.
Forse nessuno si accorge di noi… ma la Chiesa regge, accoglie e salva, sicura e solida sulle sue fondamenta. E anche noi siamo salvati in lei e per mezzo di lei.
Il Santo del giorno: San Giobbe