« Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro” » (Gv 17,20-26).
Oggi c’è qualcuno nella Chiesa cattolica (per fortuna numericamente molto pochi) che prendono in esame l’ipotesi di fare scisma dalla Chiesa come se si trattasse di una bazzecola. Separarsi dalla Chiesa con consapevolezza vuol dire staccarsi consapevolmente dal luogo in cui opera lo Spirito Santo di Dio, vuol dire rifiutare l’unità conquistata per noi a carissimo prezzo da Gesù.
Il dramma è che costoro si immaginano la Chiesa come una realtà astratta, come un’idea invisibile che ciascuno può concepire come piace a lui. Quella che magari ha il coraggio di chiamare la “vera” Chiesa. No! La vera Chiesa non è un’idea astratta, ma è una, concreta e visibile; è quella realtà che tutti sono in grado di vedere ed indicare con certezza.
È la Chiesa di papa Francesco. Separarsi consapevolmente da essa vuol dire gettarsi con le proprie mani nella polvere dell’individualismo, nelle tenebre esteriori, dove l’unica luce che brilla è quella fioca e ingannevole della propria mente ribelle.
Il Santo del giorno: San Germano di Parigi, vescovo