« Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli » (Mt 5,1-12a).
Le beatitudini sono come una nascosta biografia interiore di Gesù, un ritratto della sua figura. Se Mosè aveva detto a Dio: « mostrami la tua Gloria! », Filippo chiede a Gesù: « […] mostraci il Padre e ci basta » (Gv 14,8), ricevendo questa decisiva risposta: « Chi ha visto me ha visto il Padre » (v. 9).
“Vedere Gesù” però non può rimanere un fatto estetico e distaccato. Per vederlo veramente – e in lui vedere Dio – bisogna vivere come lui, cioè vivere le beatitudini. Gesù infatti è la verità e la verità non può esser colta veramente e compiutamente se non è “fatta” per mezzo dell’amore (cfr. Ef 4,15). Gesù via, verità e vita deve essere accolto nel cuore e con il cuore, con intelligenza e amore, con amore e intelligenza…
Maria ci aiuta a realizzare questo supremo e decisivo miracolo. Il miracolo della nostra vita che cambia, si trasforma e viene divinizzata. La verità, una volta accolta nel cuore, diventa bontà; la bontà, una volta fatta nella vita concreta, diventa bellezza.
Il Santo del giorno: San Medardo, vescovo