« O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide » (Is 55,1-3).
Perché digiunare? Per imparare il “gratis” di Dio, per imparare a “comprare senza denaro, senza pagare”. Come si impara? Come impariamo qualunque altra cosa: per imitazione. Come abbiamo imparato a parlare dalla mamma quando eravamo bambini: la mamma ci parlava con amore e noi abbiamo accolto e ripetuto, dapprima malamente, balbettando, poi sempre meglio.
Isaia dice che il digiuno vero lo si vede dagli effetti, che sono la misericordia nei confronti del nostro prossimo. « Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio » (58,9-10).
Se incomincerai a non disprezzare (il “puntare il dito”) gli uomini per i loro difetti e manchevolezze, ad aprire il cuore ai bisogni e alle miserie degli altri, a vedere e condividere le loro tristezze, farai veramente esperienza della misericordia potente e gratuita che ti ha raggiunto. “Misericordiato”, diventerai misericordioso. Questo è il senso vero del digiuno autentico.
IL SANTO DEL GIORNO*: SAN PIETRO GIULIANO EYMARD, SACERDOTE, FONDATORE DEI SACRAMENTINI