« In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!”. […]. Poi, riunita la folla, disse loro: “Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!”. Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: “Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?”. Ed egli rispose: “Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!” » (Mt 15,1-2.10-14).
Ciò che rende impuro l’uomo è quello che esce dal cuore, cioè che procede dal suo principio personale, non quello che entra nell’uomo. Il cuore nella Bibbia è il centro dell’uomo, il “luogo” dove si uniscono e si intersecano le sue facoltà più importanti: la sua intelligenza, la sua volontà, i suoi sentimenti. Il luogo da cui procede insomma la sua libertà.
È questo un luogo fisico? San Tommaso d’Aquino si pone la questione: l’anima è nel corpo o il corpo è nell’anima? La sua risposta è un invito all’approfondimento metafisico. L’anima è il principio vitale trascendente che fa sì che l’uomo sia intelligente e libero.
Ovviamente trascende il corpo e non è “contenuto” dal corpo, ma piuttosto è l’anima che “contiene” il corpo (cfr. 1Sent, dist. 8, q. 5). Il corpo con la diversità delle sue parti è come l’ “immagine” della realtà spirituale dell’uomo. Se il cervello è lo strumento del pensiero discorsivo dell’uomo, il pensiero intuitivo e “trasformante” la vita stessa dell’uomo è piuttosto il suo cuore.
È da lì dunque che vengono le impurità. Gesù ci fa allora il dono più importante: se noi lo accogliamo nella fede e nella vita ci cambia il cuore!
IL SANTO DEL GIORNO*: SAN GIOVANNI M. VIANNEY, CURATO D’ARS, PATRONO DEL CLERO CON CURA D’ANIME