« […] Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti” » (Mt 17,1-9).
Qual’era il tema centrale della conversazione tra Mosè ed Elia? «Parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme» (Lc 9,31), cioè della sua morte di croce. Stat crux dum volvitur orbis: mentre il mondo muta e si svolge la sua storia, la Croce sta fissa al centro a dargli salvezza e significato. I discepoli rimangono storditi davanti a tanta gloria, ma anche straordinariamente affascinati.
Di quell’esperienza si dimenticheranno nella Passione, ma se ne ricorderanno poi – segno che non l’avevano poi dimenticata del tutto – e sapranno morire con Lui, martiri della sua Verità. Riuscirà la Croce di Gesù ad affascinare anche noi? Perché tutto sta lì: nell’accettare con gioia la volontà di Dio nella nostra vita e sulla nostra vita e dunque nel portare la nostra croce di ogni giorno.
Non per forza, ma volentieri. Non trascinando ma accogliendo. Non sopportando ma abbracciando. In una parola: amando. «L’amore non è amato» gridava san Francesco. Amare la Croce è amare l’Amore. Come dice l’ Imitazione di Cristo, se abbracci la croce, fai questa meravigliosa scoperta, che non sei più tu a portarla, ma che è lei che porta te: II, 12, 5.
IL SANTO DEL GIORNO: SANT’ORMISDA, PAPA