« Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: “Violenza! Oppressione!”. Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: “Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!”. Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo » (Ger 20,7-9).
Anche noi, in quanto battezzati, siamo profeti e dobbiamo annunciare la verità che viene da Dio, o attraverso la creazione, mediante una legge scritta nel cuore (cfr. Rm 2,15), o attraverso la rivelazione.
È l’amore, come in Geremia, che ci deve spingere, non il desiderio di giudicare e condannare. Verranno tempi, aveva già profetizzato il grande Chesterton, in cui « spade verrano sguainate per sostenere che in estate le fronde sono verdi ».
Ora questi tempi sono arrivati. Il cristiano deve essere coraggioso nel testimoniare l’evidenza: che non si sceglie di essere maschio o femmina, ma così si nasce; che il piccolo d’uomo ha il diritto di nascere da un rapporto d’amore tra un uomo e una donna e di non essere fabbricato, ecc.
Nel cristiano queste certezze sono racchiuse, protette e potenziate dal fuoco dell’amore di Cristo che porta nel cuore, ma possono essere condivise da tutti coloro che sono disposti ad ascoltare la luce di Dio che brilla nel loro intimo: « Lampada del Signore è la mente [nešamah] dell’uomo » (Pr 20,27)…
La coraggiosa (e pericolosa…) testimonianza del cristiano lo aiuta a riflettere. È un atto di amore vero. Lasciamoci sedurre dall’amore di Cristo: è rischioso, ma ne vale la pena!
IL SANTO DEL GIORNO: SS. FELICE, SACERDOTE, E ADAUTTO, MARTIRI, SULLA VIA OSTIENSE