« Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore”. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono » (Lc 5,1-11).
Chi appena appena conosce un po’ gli uomini sa quanto è difficile tenerli insieme. Quanto più sono grandi le differenze che sussistono tra di loro tanto più la convivenza è difficile. Dopo Babele è un risultato che si ottiene ormai solo con la forza delle armi.
È quello che ci fa ammirare la potenza dei grandi imperi, antichi e moderni, che hanno unito popoli diversi. Molto limitati però sempre nel tempo e nello spazio. Ma quando la rete non ha questo potere, eppure resiste in modo prodigioso agli strappi che le vengono dalla storia, allora si comprende che la sua forza è tutta una forza che viene dall’alto.
Se la forza viene dall’alto non è opera dell’uomo, né delle forze che dominano questo mondo, il mondo del peccato. «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,36). Cioè: il mio regno non si afferma con i mezzi e le massime di questo mondo. Proprio per questo è destinato a durare per sempre, perché «passa la scena di questo mondo» (1 Cor 7,31). Alla sua radice sta invece la parola di Dio accolta nella fede: «Sulla tua parola getterò le reti».
La sua forza è quell’amore che viene da Dio e che opera a partire dalla fede.
IL SANTO DEL GIORNO: SAN GREGORIO MAGNO, PAPA E DOTTORE DELLA CHIESA