« […] la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo. In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori -, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui. Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è, resta contaminata. […]. Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello » (1Cor 8,1b-7.11-13).
Come si impara? Come si arriva alla conoscenza che salva? Mediante il colloquio con chi sa, cioè la conversazione con il sapiente. «Se vedi una persona saggia, va’ presto da lei; il tuo piede logori i gradini della sua porta» (Sir 6,36).
Ma chi sono queste persone sagge? Dove le trovo? Come posso parlare con loro? La prima risposta che viene alla mente è «nei loro libri», dove allora la “biblioteca” si impone come il posto dove trovare i saggi. Soprattutto quando ascoltiamo la Bibbia letta in Chiesa è Cristo che ci parla. E quando la leggiamo da soli è sempre “in Chiesa” che questo idealmente deve avvenire. Cristo non si può e non si deve mai separare dalla sua Chiesa, nel cui cuore vive la sua parola (CCC n. 113).
Quando siamo soli possiamo ricorrere a dei mezzi che ci possono addirittura apparire infantili (ma « se […] non diventerete come i bambini » Mt 8,3…): prendiamo una seggiola e mettiamola davanti a noi. Diciamo: “Signore accomodati” e pensiamo e crediamo che Gesù è presente lì, proprio lì, davanti a noi. Non è fantasticheria, anche se ‘usiamo’ la fantasia. Perché il Signore è presente quando crediamo in lui.
Prestiamogli le parole della Scrittura. In realtà non gliele prestiamo, ma gliele restituiamo, perché sappiamo per fede che sono sue… Ascoltiamole allora come dalla bocca di un uomo vivo (perché è vivo!). Ascoltiamole con umiltà e docilità perché sono di un Maestro. Il solo vero Maestro (« uno solo è il vostro Maestro » Mt 23,8).
Ascoltiamolo con obbedienza, cioè letteralmente “da sotto”, come discepoli accoccolati ai piedi del maestro, pendenti dalle sue labbra. Che cosa vuol dire obbedire? Accettare quanto viene detto anche se non si capisce…
Se accogliamo allora capiremo. Questo è il vero modo di conoscere ed è alla portata di tutti. Una volta la Bibbia costava un capitale e solo pochi se la potevano permettere e pochi sapevano leggere e scrivere. Oggi, in Italia perlomeno, tutti sappiamo leggere e una Bibbia te la tirano letteralmente dietro per pochi euro. Non ci sono alibi…
IL SANTO DEL GIORNO: SAN NICOLA DA TOLENTINO, SACERDOTE AGOSTINIANO