« Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek. Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek » (Eb 5,1-10).
Melchìsedek è un personaggio veramente misterioso. Compare per la prima volta nella Bibbia in Gen 14,17-20. Di lui è detto solo che è re di Salem e a lui Abramo offre la decima, riconoscendo così la sua superiorità.
Ricompare nel salmo 110,4: « Il Signore ha giurato e non si pente: “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek” ». Queste parole sono rivolte al Messia.
Tutto questo sarà riconsiderato nella lettera agli Ebrei ai capp. 5-7. Melchìsedek letteralmente vuol dire “il mio re è giustizia”. È il re di Gerusalemme? Il termine שׁלֵם – Salem (Gen 14,18) può essere interpretato come un nome proprio e allora sarebbe Gerusalemme (con un’abbreviazione che appare molto strana: nei testi non biblici del secondo millennio Gerusalemme è chiamata Rushalimum/Urusalim) oppure potrebbe essere tradotto semplicemente con “pace”: re di giustizia e di pace (cioè: il mio re è giustizia e pace).
I Padri della Chiesa hanno visto in questo personaggio – guidati in questo dalla lettera agli Ebrei – una comparsa di Gesù prima del tempo della sua venuta e della sua incarnazione, il Verbo pre-incarnato. Un’anticipazione reale e profetica. Il Verbo di Dio precede la storia, la attraversa e la porta a compimento. « Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! » (Ap 1,8; 21,6; 22,13).