« Diceva loro: “Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!”. Diceva loro: “Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha” » (Mc 4,21-25).
La lampada è Gesù, che è venuto non per rimanere nascosto ma per illuminare il mondo. Con questa domanda retorica: “la lampada deve forse essere messa nella madia o sotto il letto?” Gesù intende sottolineare che la luce che lui è venuto a portare, che in definitiva è lui stesso, deve essere conosciuta.
Lo sottolinea perché non venga frainteso il riferimento al mistero che ha appena fatto (Mc 4,11). La dottrina cristiana non è “esoterica”, cioè per pochi eletti. Se pochi la accolgono e la capiscono non è per colpa della dottrina, ma a causa della chiusura del loro cuore.
È il senso del detto che segue, che sembra contraddire radicalmente ogni senso naturale di giustizia. Come già visto, quando Gesù afferma qualcosa di apparentemente assurdo, vuol dire che ci vuole insegnare un punto particolarmente importante, che esige da parte nostra un superamento di livello.
A chi ha voglia di capire e si sforza per questo, cercando e aspettando che il senso gli sia donato, verrà dato di più di quello che, con le sue deboli forze, riesce a capire. Ma a chi non ha voglia di capire, perché pensa di saperne abbastanza, perché si accontenta di quello che ha e di quello che è, verrà tolto anche quello che ha e che è…