« Io dunque, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti » (Ef 4,1-6).
San Paolo sottolinea che così come c’è un solo Signore e un solo Dio, così c’è « una sola fede, un solo battesimo » (Ef 4, 5). Ripetutamente descrive la Chiesa come « un corpo », identificato con l’integrità e l’unicità dello stesso corpo di Cristo (Rm 12, 5: « noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri »).
Perché allora san Paolo parla di “corpo”? Se avesse voluto parlare di qualcosa di puramente spirituale, in sé invisibile, avrebbe dovuto parlare di “anima” della Chiesa, mentre “corpo” risulterebbe un termine inadeguato. Di fatto invece è una metafora (anzi, si può dire che è persino più di una semplice metafora) che ricorre in continuazione nei suoi scritti.
Se questa metafora significa qualcosa, il significato che immediatamente balza agli occhi è quello di una unità visibile. Se un “corpo” si spezza in due, non si hanno due corpi, ma un cadavere…
D’altra parte Gesù ha espresso il suo profondo desiderio dell’unità della sua Chiesa, che scaturiva dalla sua vita intima ed eterna di persona divina coinvolta in una unità ineffabile, che è come il fondamento e l’origine di ogni e qualsivoglia unità derivata. Se Dio si è fatto uomo, allora questa profonda ed intima unità di Dio si deve essere fatta visibile.
Era visibile in Cristo, era ed è visibile nella Chiesa. Si può essere ben sicuri che né Gesù, né san Paolo intendevano una unità vaga e impalpabile che aleggiava al di sopra di tutte le differenze. « Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire » (1Cor 1,10).
Questa unità è ancora imperfetta, ma già presente. Imperfetta perché deve essere accolta da ciascuno nella concretezza della propria vita e deve essere estesa a tutto il genere umano. Già presente perché non deve essere inventata o costruita dall’uomo: è un dono (grazia) che Dio ha già fatto all’umanità.
Il Santo del giorno: San Giovanni da Capestrano Sacerdote dei Frati Minori