« Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: “Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra”. Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: “Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele”. Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: “Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re” » (Ap 10,8-11).
È frequente che l’inizio di un cammino di conversione sia colmo di consolazioni. All’inizio il buon Dio ci dona tante caramelle, come si fa con i bambini. Poi c’è la fase più difficile: la perseveranza. Subentrano le prove, spesso si entra in una fase di buio.
La preghiera diventa pesante, noiosa. La parola di Dio sembra senza significato. Una malinconia sinistra pervade tutto il nostro essere, viene persino la nostalgia di quella vita “normale” di peccato che si faceva prima. Che cosa succede? Stiamo tornando indietro? No! È in atto una misteriosa trasformazione nel nostro intimo. L’esempio di santa Teresa d’Avila ci può aiutare a capire.
Noi siamo come vermicelli che strisciano per terra. Poi, pian piano ci troviamo come avvolti dalle tenebre… chiusi in un bozzolo ci sembra di morire. È la fine? No! È solo la necessaria preparazione ad una nuova fase della vita: il bozzolo si rompe e il verme è diventato farfalla.
Ormai non striscia più per terra, ma vola! Che cosa devo fare in quei momenti di buio? Capire che è una fase necessaria, perseverare nella preghiera che – messa alla prova – diventa sempre più autentica.
Aggrapparsi alla fede, la quale mi dice che la presenza del Signore non manca mai, anzi in quei momenti si fa più intima e ancora più vicina.
Il Santo del giorno: Sant’ Edmondo Re degli Angli Orientali, martire