« Gioisci, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te oracolo del Signore. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo ed egli dimorerà in mezzo a te e tu saprai che il Signore degli eserciti mi ha inviato a te » (Zac 2,14-15).
Dio, allontanato – scacciato – dal peccato, ha deciso, per la sua infinita misericordia, di non abbandonare l’uomo e di ritornare ad abitare il mondo. La gioia del ritorno è annunciata alla “figlia di Sion”, cioè a Gerusalemme, che impersonifica il popolo di Israele. Il ritorno avviene in un modo a priori inimmaginabile.
Dio non ritorna solo con la sua potenza, con la sua gloria, con l’efficacia della sua vittoria sui nemici. Non si limita a suscitare uomini o un uomo che, a nome suo, compia la sua opera, ma « Re d’Israele è il Signore in mezzo a te » (Sof 3,15); « Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente » (v. 17); « [Dio] in mezzo a voi ha fatto meraviglie » (Gl 2,26); « ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te » (Zaccaria 2,14).
In due di questi passi (quelli di Sofonia) l’espressione “in mezzo a te” è resa con un termine ebraico (beqirbêch) che – tradotto letteralmente – direbbe: “nelle tue viscere”, “nel tuo utero”.
Qui però il “modo di dire” ebraico si fa meravigliosamente letterale! È proprio “nel ventre” di Maria – la “nuova” Figlia di Sion, di cui l’antica era il “tipo” – che il Re di Israele, il forte guerriero salvatore degli umili e dei deboli, viene…
È lì e da lì che inaugura il suo Regno di verità e di pace. È lì che – in modo ormai irreversibile – germoglia una vita su cui la morte non avrà più potere. È lì che la forte ed indistruttibile vite (« Io sono la vera vite » Gv 15,1) torna a germogliare per avvolgere dei suoi tralci il mondo e ridargli fecondità nel bene.
È lì che torna a brillare la luce contro cui le tenebre non potranno trionfare. Questa luce è apparsa ancora prima di apparire, nella purezza immacolata di Maria e in lei traspare ormai in modo irresistibile.