« Poiché io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico: “Non temere, io ti vengo in aiuto”. Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele; io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore -, tuo redentore è il Santo d’Israele. Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di molte punte; tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula. Li vaglierai e il vento li porterà via, il turbine li disperderà. Tu, invece, gioirai nel Signore, ti vanterai del Santo d’Israele. I miseri e i poveri cercano acqua, ma non c’è; la loro lingua è riarsa per la sete. Io, il Signore, risponderò loro, io, Dio d’Israele, non li abbandonerò. Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il deserto in un lago d’acqua, la terra arida in zona di sorgenti. Nel deserto pianterò cedri, acacie, mirti e ulivi; nella steppa porrò cipressi, olmi e abeti; perché vedano e sappiano, considerino e comprendano a un tempo che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo d’Israele » (Is 41,13-20).
Che la parola di Dio abbia molti sensi è qualcosa che intuitivamente appare come ovvio. Così in effetti hanno sempre pensato sia ebrei che cristiani. I molteplici sensi che si possono ricavare dall’ascolto della parola di Dio fatto con fede sono stati ricondotti a quattro.
Nella tradizione ebraica troviamo un “acrostico”, cioè una parola le cui lettere sono iniziali di altrettante parole, che veniva utilizzato per ricordare facilmente questi quattro sensi, si tratta della parola “Pardes” (in ebraico פַּרְדֵּס, “giardino”). Si tratta di una parola di origine persiana, da cui viene il nostro “Paradiso”.
È composta in ebraico di quattro lettere (come tutte le lingue semitiche l’ebraico scrive solo le consonanti e soltanto eccezionalmente e tardivamente le vocali): PRDS. P sta per Peshat (semplice): letterale; R sta per Remez (allusione): allegorico; D per Darash (esposizione): omiletico – morale – esistenziale; S per Sod (segreto): nascosto – anagogico.
Non dobbiamo spaventarci: è solo apparentemente complicato. In realtà è molto naturale, perché è inscritto nel nostro cuore. « Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele; io vengo in tuo aiuto – oracolo del Signore – ».
Leggiamo con perseveranza e fiducia, così la nostra preghiera sarà biblica e la nostra Bibbia diventerà la nostra preghiera.
Il Santo del giorno: Beata Vergine Maria di Loreto