In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea (Marco 1,21-28).
Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio che, continuando a essere vero Dio, cominciò a essere anche vero uomo. I presenti nella sinagoga di Cafarnao, vedendolo e sentendolo parlare a commento delle Scritture, intuiscono che in Lui c’è qualcosa di straordinario: un insegnamento nuovo dato con autorità, cioè senza appoggiarsi a parole e interpretazioni di altri.
Il diavolo, il nemico della natura umana (cfr. Sap 2,24), che teneva posseduto un uomo nella stessa sinagoga, ha la certezza della sua identità. Infatti sa di essere già sconfitto con tutti i suoi seguaci da Colui che è «il santo di Dio» e lo dichiara apertamente. Gesù non accetta la testimonianza del diavolo e gli impone di tacere e uscire da quell’uomo, che finalmente, visibilmente segnato dallo strazio vendicativo del maligno, viene liberato.
Tutto il mondo antico era dominato dalla paura per i malefici procurati continuamente dagli spiriti maligni, non meglio identificati. In Israele, grazie alla Rivelazione personale del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe fatta a Mosè, ai Profeti e ai Sapienti, si sapeva che era stato il seduttore, «menzognero» e «omicida fin da principio» (Gv 8,44; cfr. Gn 3,13), a provocare la caduta dell’uomo e della donna nella disobbedienza, nell’ignoranza, nella cattiveria e nelle varie forme di sofferenza, fino alla morte. Ma Dio, che aveva stabilito un’eterna inimicizia fra il diavolo e la donna, teneva viva la speranza del suo popolo eletto nella vittoria, promessa alla donna e alla sua discendenza (cfr. Gn 3,15).
Nella pienezza dei tempi la promessa della vittoria diventa realtà. La nuova donna che sconfigge il diavolo e riporta la vita nel mondo è Maria di Nazareth, la «piena di grazia» (Lc 1,28), l’Immacolata che schiaccia la testa al serpente antico, che è il diavolo e satana, donando al mondo il Salvatore, l’Unigenito Figlio di Dio, la Seconda Persona della SS. Trinità, il Verbo Incarnato. È Gesù che, concepito e nato per la potenza ineffabile dello Spirito Santo da Maria sempre Vergine, umile serva con pronta obbedienza e cuore indiviso, ora entra nella lotta e affronta personalmente e vittoriosamente Satana (cfr. Mt 4,10 s.; Gv 12,31). Egli, sin dall’inizio della sua vita pubblica, affronta anche seguaci, ausiliari e subalterni vari del diavolo, e li sconfigge nel loro stesso dominio, come appunto vediamo nel caso dell’uomo posseduto da uno spirito impuro, secondo quanto riportato dall’odierna pagina evangelica domenicale. La vittoria di Cristo sul Nemico della natura umana, con la sua morte e risurrezione, sarà totale e universale come apprendiamo in tutto il Nuovo Testamento.
Fin d’ora sappiamo che ognuno di noi è chiamato a entrare in questa battaglia vittoriosa con Gesù e con Maria. Grazie all’unione con i Sacri Cuori cresce l’Amore di Dio in ciascuno di noi. Ogni giorno abbiamo la consolazione di sentire la forza e il coraggio di credere e porre la nostra vita a servizio del regno della Verità, dell’Amore e della Giustizia di Gesù. Abbiamo così la grazia della nuova umanità, la piena e vera umanità dei figli di Dio. Infatti, come diceva San Giovanni Bosco (1815-1888) ai giovani, cominciamo a sentire la gioia del Paradiso e vinciamo ogni tentazione del diavolo con la costanza nella preghiera e nel compimento spontaneo dei doveri quotidiani.