In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (Lc 1,26-38)
Nell’ottava dell’Assunta si celebra la memoria della Beata Maria Vergine Regina. Questa festa, istituita da Pio XII nel 1955 al 31 maggio, è stata trasferita al 22 agosto per sottolineare il legame della regalità della Madre di Dio con la sua corporea Assunzione. Il fondamento teologico della sua regalità è conseguente alla sua speciale partecipazione alla redenzione operata dal Figlio: “Maria, col concepire il Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel Tempio, soffrire col Figlio suo morente in Croce, cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore” (cfr. LG, 61) e fu incaricata di essere madre della fede di ogni credente e quindi regina della chiarezza del cuore!
La regalità di Maria è una regalità di intercessione: “Splende come regina e intercede come Madre” leggiamo nell’enciclica Marialis Cultus (n. 6); ed è l’esaltazione della sua umiltà, come canta la Chiesa nel Magnificat: “Ha deposto i potenti dai troni e ha esaltato gli umili”. La Chiesa dedica a Maria molti inni, in cui viene esaltata la sua regalità: Salve Regina, Regina coeli, Ave Regina cœlorum…; ma dietro queste melodie immortali, vi è l’esperienza storica dell’intercessione potente della madre che schiaccia la testa al demonio e libera il cuore dalle problematiche umane. Non c’ è tenebra che non sia rischiarata dalla corona del santo rosario.