In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». (Mt 24,42-51)
Il cristiano, come afferma la sua stessa denominazione che lo rapporta totalmente a Gesù Cristo, sa di essere una creatura nuova ri-creata ad immagine e somiglianza del suo Re e Signore quando nel Battesimo è stato liberato dal peccato originale, è diventato figlio di Dio ed ha cominciato a far parte del popolo dei salvati, il popolo della Nuova ed eterna Alleanza, il Corpo di Cristo, la Chiesa. Con il Sacramento della Cresima, lo Spirito Santo effonde i suoi doni nel discepolo di Gesù Cristo che desidera essere rafforzato per crescere, nella sua imitazione, sempre più a suo servizio con l’obiettivo della formazione e dilatazione del Regno. Nell’Eucaristia, Il Signore fa dono ai suoi discepoli della perfezione del suo amore diventando vero cibo e vera bevanda per il loro nutrimento spirituale per l’esercizio della loro fedele e coerente testimonianza cristiana nel mondo. Inoltre con ciascuno degli altri sacramenti Gesù interviene puntualmente per abilitare e garantire ai suoi discepoli, secondo la loro specifica vocazione, il loro cammino di fede, di speranza e di carità verso l’eternità.
Pertanto il cristiano non è mai solo e sa che nell’attesa del Re che viene non ha da perdere tempo ingolfandosi in esperienze devianti o frenanti di vario genere che lo inducono alla rigorosa punizione se fino all’ultimo momento finge di essere cristiano, mentre in realtà presume di giocare ipocritamente con la voce della sua coscienza che, se non è colpevolmente erronea, cioè né retta né illuminata, è la voce stessa di Dio! Sarà bene dunque essere sempre vigilanti. E, come insegna la tradizione spirituale della Chiesa, è bene tenere viva la consapevolezza di appartenere corpo e anima a Gesù. Vivere in piena sintonia l’incorporazione a Cristo e l’amicizia con Lui procurando di avere la sua stessa anima, la sua stessa volontà, gli stessi sentimenti del suo Cuore.