In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». (Mt 25,1-13)
Gesù in varie occasioni aveva spiegato alle folle che la vita dell’uomo su questa terra è una preparazione all’incontro con Dio. In realtà non siamo abbandonati a noi stessi nella solitudine di una vita senza appartenenza e senza meta. Siamo tutti figli di Dio e, nonostante le nostre assurde prese di distanza da Lui, resta in noi la nostalgia dell’amore paterno che ci viene ridonato dal Figlio Unigenito, Gesù Cristo che, continuando ad essere vero Dio, cominciò ad essere anche vero uomo, concepito da Maria sempre Vergine per opera dello Spirito Santo. Egli ha realizzato la perfezione dell’amore nella totale donazione di sé per obbedire al Padre suo Celeste fino ad accettare, da innocente, anche la morte ignominiosa sulla croce come malfattore, mentre in realtà operava la Redenzione, la cancellazione delle offese arrecate alla Santissima Trinità da tutti noi peccatori con le nostre mancanze di amore. Diveniva così Re e Signore delle nostre anime, il Vivente che, avendo cancellato i peccati del disamore, della superbia e della disobbedienza commessi da tutti gli esseri umani, sconfiggeva per sempre la morte e il Nemico della natura umana. Egli è ormai lo Sposo delle nostre anime e viene continuamente fino al momento culminante della storia umana per accogliere tutti nella festa nuziale del convito eterno e della felicità della festa senza fine del Paradiso.
Ora, con questa parabola, ribadisce che il tempo è compiuto, bisogna convertirsi e credere al Vangelo del Regno che è Egli stesso. Bisogna essere saggi e non stolti. Urge superare la velleità di chi dice di credere in Gesù e questo basta: “tanto Lui lo sa!”. Bisogna essere muniti della lampada e dell’olio necessario per alimentarla nel contesto della vita sacramentale ed ecclesiale. La lampada che illumina la nostra vita di credenti in Cristo è la fede in Lui. Il suo olio è costituito dalle opere della Carità. Senza la fede e le opere che la concretizzano, ci si perde nello scorrere inesorabile del tempo che passa e che avrà il suo vero compimento definitivo in cielo con la seconda venuta di Gesù, il Re e Signore, lo Sposo che giungerà per la gioia di quelli che lo aspettano vigilanti nell’attesa dell’amore. In un mondo sempre più spinto alla distrazione e alla chiusura in sé stessi senza speranza e senza ideali, è tempo di ridestare la nostra capacità di amare. Mentre aumenta la pressione del pensiero unico per convincere tutti a chiudersi nel comodismo della propria solitudine e nello sterile appiattimento di una vita volta alla semplice soddisfazione dei bisogni immediati, alimentiamo la lampada della nostra fede con l’olio dell’Amore. Molto semplicemente, riprendiamo il gusto della preghiera quotidiana: qualche breve e fervente colloquio con Gesù mettendo con fiducia la nostra vita nelle sue mani. Produciamo opere di servizio materiale e spirituale per il sollievo del nostro prossimo, specialmente ragazzi e giovani, promovendo l’opera di riforma personale in famiglia, nella comunità cristiana e nei vari ambiti della vita sociale, secondo possibilità e generosità.