In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». (Lc 12,8-12)
Gesù dice che chi lo rinnegherà davanti agli uomini, costui sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Che immagine rabbrividente. Poi però sembra riprendersi, perché aggiunge che chi parlerà contro il Figlio dell’Uomo gli sarà perdonato. E questo ci rassicura. Poi, nemmeno il tempo di respirare, ed ecco la frase che ci inchioda: a chi bestemmierà lo Spirito Santo non sarà perdonato. Che significa questa bestemmia contro lo Spirito Santo? Ignoranti e rozzi bestemmiano la Madonna, Gesù, i santi, ma direi che neppure i più incalliti fra loro hanno la creatività di bestemmiare lo Spirito Santo. Però non è su questo piano che si pone Gesù. Chi è lo Spirito? Lo sappiamo: la terza persona della Trinità. Il suo proprium è dare la vita. Lo spirito vivifica. Fa anche tante altre cose ovviamente, ma il dare la vita è fondante. Ricordiamo tutti quanti quella immagine del profeta Ezechiele al cap 37 dove lo Spirito dai quattro venti soffia sui morti, perché rivivano.
Ecco: lo Spirito è Colui che ci restituisce la vita. Quindi che ci vuol dire Gesù? Che se non accogliamo lo Spirito moriremo nei nostri peccati: non c’è possibilità di perdono. È la disperazione. È il voler chiudersi alla vita, alla speranza. È il dire un no consapevole a quel lucignolo fumigante che ancora ci consegna luce sufficiente negli abissi del peccato. Qui Dio non ci può fare più nulla. Quindi la bestemmia allo Spirito Santo è il non volersi più aprire alla vita, è il decidersi per la morte. È il non voler più ritentare la via del ritorno a casa. Eppure la vita è imprevedibile, si schiude anche in condizioni impossibili, come quei fiori che nascono in mezzo alle rocce sui 2000 metri. La vita spirituale è un ponte che d’improvviso si distende sulle acque delle nostre paure, e ti fa vedere una via d’uscita che non vedevi con le sole tue forze. Mai disperare della salvezza. Pregate col Santo Spirito.
Beato Carlo I d’Asburgo Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria