Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «E’ lecito o no guarire di sabato?» Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole. (Lc 14,1-6)
Essi tacquero. Ecco un altro atteggiamento che in sé stesso è saggio. Prima di interpretare una legge, risolvere un problema, rispondere ad una domanda, se non siamo sicuri di noi stessi, meglio tacere. Il silenzio in questo caso dice il desiderio di lasciarsi insegnare, di ascoltare. Ma il silenzio dei farisei è di tutt’altra specie. Rispondendo sarebbero stati costretti ad ammettere che Gesù faceva bene a curare il sabato. Lo scopo della legge è fare il bene, non impedirlo. Quindi meglio tacere che dare ragione a colui che avevano già classificato come loro avversario. Succede anche oggi, ad esempio nella vita politica. I giornali tacciono di proposito su ciò che di buono fa il partito opposto: se non serve ai loro interessi, perché rendere pubblica la verità? Ogni scandalo, invece, viene descritto nei dettagli e raccontato in tutte le salse. Anche questo è un modo per falsificare la realtà. In certi casi aprire la bocca e lodare ciò che è lodevole comporta coraggio, ma è un servizio al prossimo e alla verità.