In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”.
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”.
Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose:
“In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». (Mt 25,1-13)
Con la celebrazione della solennità di tutti i santi e della commemorazione dei fedeli defunti abbiamo iniziato la meditazione sulla vita eterna intravedendo già necessariamente Cristo Re dell’Universo che contempleremo nell’appropriata XXXIV Domenica del Tempo Ordinario ormai prossima. Oggi Gesù si presenta a noi come lo sposo in arrivo per accogliere la sposa e tutti coloro che con lei lo attendono per partecipare alla festa nuziale. Precisiamo subito che la sposa e tutti gli invitati a vario titolo al convito nuziale, comprese evidentemente le vergini addette all’illuminazione, rappresentano la Chiesa. Questa è la famiglia dei figli di Dio i quali si apprestano ad esultare nella festa senza fine per la vittoria e la gloria del Figlio di Dio sul Nemico della natura umana che però fino a quel momento non smette di sedurre e bloccare anche i buoni che sinceramente hanno creduto in Cristo. Sinceramente credenti, ma fiacchi e superficiali. Perciò, come le vergini stolte, non possono prendere parte alla festa. Sarebbero fuori posto e comunque ormai, irrimediabilmente fuori tempo massimo, restano preda del buio e dello squallore dell’infernale nemico.
Alla scuola di Gesù e di Maria, anche noi cristiani del ventunesimo secolo abbiamo, come già nel passato i nostri fratelli in Cristo, la luce della fede e l’olio della carità che alimentano la nostra sicura speranza nella beatitudine eterna quando verrà nostro Signore nella sua gloria. Mentre, a causa di tanti potenti del mondo, dilaga il buio della guerra e della carenza di significato della vita e della morte, noi ci impegniamo a tenere viva la fiaccola della fede. Inoltre sentiamo il nobile compito di praticare e diffondere l’amore di Dio negli ambienti in cui siamo chiamati ad operare nello stile del servizio educativo specialmente alle nuove generazioni. Anche se incalza il duro inverno demografico, incontriamo ancora, oltre adulti e anziani, bambini, ragazzi e giovani di buona volontà. A loro prestiamo volentieri l’aiuto a tutto campo per respingere il veleno rivoluzionario della fiacchezza, della superficialità e del vuoto di ideali. Scopriranno, magari ad uno ad uno, la bellezza della fede in Cristo, la vita nuova di risorti con Lui e sentiranno l’entusiasmo di partecipare alla festa dello Sposo e del Re che ha già cominciato a rinnovare tutte le cose (Ap 21,5).