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Il pensiero del giorno

8 Febbraio 2024 - Autore: Don Andrea Nizzoli


In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato (Marco 7,24-30).


Gesù, alla donna siro-fenicia che gli ha chiesto il miracolo, risponde: «Lascia prima che si sazino i figli». L’apertura verso i pagani non significa l’abbandono della missione di Gesù a Israele, non significa il trasferimento della salvezza, ma c’è un «prima». È impegnativo capire cosa significhi questo «prima», se è un «prima» solo cronologico, o è anche la primazia di tutto. Comunque un «prima» non esclude: è appunto un «prima», non è un “solo”.

Questa pagina evidenzia veramente l’attenzione della prima comunità cristiana, che da una parte cercava la fedeltà alle sue origini, dall’altra la fedeltà alla storia, perché stava avvenendo che dei pagani riconoscessero il Signore nella persona di Gesù. Il Vangelo è incontenibile, deborda oltre i confini di Israele, perché è la verità gioiosa e accessibile che edifica la persona umana vivente. Tutti vogliamo vivere eternamente, e fin d’ora gustare una pace che sia “presenza di Dio”. Non si crede in un Dio “futuro”, che ci contatta solo post mortem: così diventeremmo tutti atei.

Credo che in questo contesto la donna siro-fenicia rappresenti la donna-madre, forte nel suo cuore femminile, che conserva la vita a tutti i costi. Potrebbe essere, in qualche modo, il quarto dei Re magi, perché arriva come loro a inginocchiarsi innanzi al Salvatore. Implicitamente sta “adorando”, cioè compiendo il massimo atto di verità che la persona umana possa compiere verso Dio. Eppure, è una donna, è pagana, è madre di una figlia indemoniata… peggio di così non è possibile. Quindi, apparentemente, è la più lontana dall’accesso alla tavola dei puri, perché – ricordiamo – la tavola era un momento in cui la purezza dell’appartenenza doveva essere garantita attraverso le pratiche, cioè le abluzioni rituali. Ma da quando Gesù ha dichiarato puri tutti i cibi, ci sediamo a tavola con chiunque. Il prossimo è sempre invitato a cena, affinché chiunque possa gustare la dolcezza dell’umanesimo cristiano.

San Girolamo Emiliani Fondatore

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