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Il pensiero del giorno

31 Maggio 2024 - Autore: Don Giuseppe Zanghì



In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua (Luca 1,39-56).


Oggi raccogliamo il frutto della nostra devozione a Maria, coltivata nella consuetudine della vita quotidiana personale e delle nostre comunità cristiane, in modo speciale nel mese di maggio, con la creatività dell’amore umile e fedele vissuto sin dalla fanciullezza. Lo possiamo fare fruttuosamente almeno con alcune riflessioni sul Vangelo della Santa Messa odierna, nella festa della Visitazione della Beata Vergine Maria. Oltre ai tantissimi elementi esegetico-teologici messi in evidenza dagli studiosi, cui ognuno può fare riferimento, mi sembra immediatamente utile richiamare brevemente, a beneficio di ogni vocazione cristiana impegnata della nuova evangelizzazione, il contesto e il contenuto del racconto evangelico lucano. 

L’evangelista è attento a richiamare l’ambiente di povertà, umiltà e semplicità, tipico dei luoghi e delle persone che vi dimorano, da Nazareth, località più o meno insignificante (cfr. Gv 1,46), alla località, non meno irrilevante, nella regione montuosa della Giudea dove vive Elisabetta, l’anziana cugina di Maria. Dio, nella sua umiltà e bontà infinita, le ha scelte per realizzare, con la loro libera collaborazione, la sua opera più grande, ovvero la nuova creazione. In forme diverse le ha edotte sul suo progetto, ma evidentemente non con tutti i dettagli degli avvenimenti necessari per la realizzazione del rinnovamento da realizzare. 

Però a Maria, piena di grazia, basta la gioia che Dio infonde, nel suo cuore umile, nel momento in cui pronunzia il sì con pronta ubbidienza e cuore indiviso, divenendo l’Arca della nuova ed eterna Alleanza di Dio con l’umanità. Ella è ora la sempre Vergine Madre di Dio, che porta in sé il Salvatore del mondo, il Verbo Incarnato, da lei concepito per opera dello Spirito Santo, il quale è l’Amore che l’ha avvolta con la sua ombra. 

Questa gioia ineffabile non sfugge ad Elisabetta, che subito la percepisce appena incontra la giovane figlia di Sion in visita da lei, grazie allo Spirito Santo che le rivela di trovarsi davanti alla Madre del suo Signore, il quale la rende beata avendo creduto nell’adempimento della sua parola. Maria canta il suo Magnificat piena dell’esultanza che nasce dal suo essere umile serva del piano di Dio che, con lei Madre del Salvatore e Redentore, si appresta a realizzare per sempre la promessa antica effondendo la sua misericordia di generazione in generazione su coloro che lo temono. 

Anche noi, cristiani e mariani in questi primi, drammatici, decenni del terzo millennio, possiamo avere l’esultanza e il coraggio della giovanissima Madre di Dio, Maria, poiché, come lei stessa ha cantato, anche a noi viene dato, se crediamo con lei, di vedere ai nostri giorni come l’Onnipotente continua a spiegare la potenza del suo braccio e a disperdere i superbi nei pensieri del loro cuore, a rovesciare i potenti dai troni e a innalzare gli umili, a ricolmare di beni gli affamati e a rimandare i ricchi a mani vuote. Sarà, a tempo e luogo e alle condizioni stabilite nella sua terza apparizione a Fatima da nostra Signora, la nuova Civiltà del trionfo dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

Visitazione della Beata Vergine Maria

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