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Il pensiero del giorno

21 Giugno 2024 - Autore: Don Andrea Nizzoli



In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!» (Matteo 6,19-23).


Fede è come dire: “In marcia!”. Un esegeta francese, traducendo la Bibbia da diverse lingue, giunge alla conclusione che la parola fede si può tradurre con l’espressione: «Alzati e cammina!». Ciò non deve essere portato all’estremo, e nella fede l’aspetto della sequela non deve essere contrapposto a quello della contemplazione (cfr. Papa Francesco, Lettera enciclica Lumen fidei, n. 29). Tuttavia, la fede è non solo ormeggio tranquillo, ma anche esigenza di intraprendenza. Quando uno giunge alla fede, arriva ad… armarsi e partire.

Nell’Esodo, Dio mette a disposizione del popolo ebraico una colonna di fuoco. Non certo per uno spettacolo pirotecnico, quanto come guida per un itinerario tutt’altro che pianeggiante. Il Padre della fede, Abramo, sentì la voce di Dio, lasciò tutto e si mosse verso una terra che Dio avrebbe indicato. Gesù stesso confida nella nostra solerzia: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lampade accese», in vista della chiamata alla vita eterna. Credere è disposizione al cammino, essere pronti a sempre nuove partenze.

La chiesa è roccia di unità e non certo di immobilità. Quella pietra che dimostra stabilità da oltre duemila anni è tutt’altro che inamovibile. È una pietra che cammina. L’inamovibilità della verità non è staticità. Certo, purtroppo spesso la Chiesa è scambiata per una specie di porto franco, al riparo dalle insidie del vento del mare aperto. Non è neanche l’appiglio che ripara dalle delusioni, dalle paure o dai fallimenti. È uno scoglio che ti ributta in mezzo al mare o in mezzo al deserto. Nella Chiesa vige un occhio di riguardo per chi è stanco e affaticato, ma certo non per chi è stanco di camminare; semmai… per chi è stanco di non camminare.

La divina avventura, cioè l’esistenza come una bella impresa cavalleresca, non si conclude quando si raggiunge la fede. Al contrario, comincia con la fede. La Chiesa può essere simboleggiata da un bell’accampamento, sempre pronto a levare le tende per spostarsi altrove; non certo un campo di rifugiati per paura di vivere, o di persone che hanno rinunciato ad affrontare i problemi della vita.

San Luigi Gonzaga Religioso

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