In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: “Io sono il pane disceso dal cielo”. E dicevano: “Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?”.Gesù rispose loro: “Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. (Gv 6,41-51)
Durante la Consacrazione avviene la transustanziazione, cioè in quel momento il pane cessa di essere pane e diventa il corpo di Cristo: la sostanza del pane – cioè la sua realtà profonda, che si percepisce non con gli occhi, ma con la mente – cede il posto alla sostanza di Dio, o meglio alla Persona divina che è il Cristo risorto e vivo, anche se le apparenze esterne (in linguaggio teologico, gli “accidenti”) restano quelle del pane. Una donna che entra dal parrucchiere esce con una nuova acconciatura ed è trasformata, cioè cambia la forma estetica, ma sostanzialmente è sempre lei. Diciamo in tal caso: «che trasformazione», non «che transustanziazione»! Nell’Eucaristia accade il contrario: cambia la sostanza, ma non le apparenze.
San Paolo VI spiegava così: «Questo simbolo sacro della vita umana che è il pane volle scegliere Cristo per farne simbolo, ancor più sacro di sé. Lo ha transustanziato, ma non gli ha tolto il suo potere espressivo; anzi ha elevato questo potere espressivo a un significato nuovo, a un significato superiore, mistico, religioso e divino. Ne ha fatto una scala per un’ascensione che supera il livello naturale. A chi vive quest’esperienza, che è quella della fede, si apre un orizzonte straordinario: “chi crede ha la vita eterna”. Il pane disceso dal cielo e portato dall’angelo aveva sottratto solo temporaneamente Elia dalla morte. Il pane vivo disceso dal cielo “offerto ora dal Cristo fa sì che “se uno lo mangia, vivrà in eterno”. Il significato di questa dichiarazione così radicale e sorprendente è da scoprire proprio all’interno della locuzione “vita eterna”».