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Il pensiero del giorno

16 Agosto 2024 - Autore: Don Giuseppe Zanghì


Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli  chiesero: “È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi  motivo?”. Egli rispose: “Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e  la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Gli  domandarono: “Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e  di ripudiarla?”. Rispose loro: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione  illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio”. Gli dissero i suoi discepoli: “Se questa è la situazione dell’uomo  rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. Egli rispose loro: “Non tutti  capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della  madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca” (Mt 19, 3-12).


In ogni tempo la durezza dei cuori contrasta con la verità e la bellezza  della Legge di Dio e spesso pretende di essere approvata anche legalmente, ossia dall’autorità che invece è preposta a tutelarla e  difenderla. In questa decadenza socio-culturale era caduta la classe dirigente del  popolo eletto al tempo di Gesù in cui, nelle scuole rabbiniche, rigoristi e  lassisti discettavano sulla possibilità di ripudio della moglie da parte del marito con o senza motivazione alcuna secondo la loro semplicistica interpretazione della disposizione mosaica.

La presunzione farisaica, prescindendo laicisticamente dalla verità oggettiva ribadita dalla Parola di Dio, osa sfidare Gesù cercando di coinvolgerlo nel dibattito, per così dire, teologico culturale corrente, con il poco dissimulato proposito di trascinarlo in una delle due scuole. Gesù li riporta immediatamente alla verità della Parola di Dio. Innanzitutto puntualizza che Mosè, data la durezza dei cuori, cioè pervertiti, aveva intanto ristretto la pratica arbitraria e incondizionata del ripudio della donna. Almeno la burocrazia del cartello di ripudio ne avrebbe potuto ridurre la pratica. 

Ma ormai ribadisce che bisogna tornare alla pratica effettiva della legge eterna stabilita da Dio sin dal principio: “(…): chiunque ripudia la propria  moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra,  commette adulterio”. Infatti Gesù, con riferimento a quanto disposto da  Mosè, spiega: “[…] Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi  questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e  femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più  due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha  congiunto”. A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo  argomento. E disse loro: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa  un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne  sposa un altro, commette adulterio“.

Come spiega la Chiesa nel suo Magistero fino ad Amoris Laetitia,  bisogna instaurare il matrimonio indissolubile contro il divorzio, certo  partendo dall’annuncio-testimonianza della appagante verità e bellezza  del matrimonio naturale e cristiano secondo la più pura formazione affettiva all’amore. Buona fatica a casa, in chiesa, nelle scuole,…!

Santo Stefano, re d’Ungheria

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