Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». (Lc 6, 1-15)
Questo incidente avvenuto in sabato provoca un pronunciamento decisivo di Cristo:
“Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”. Gesù pone decisamente l’uomo, con la sua coscienza presente a Dio, come misura della Legge. Essa vale in quanto è d’incremento alla vita. L’aspetto della esuberanza e della benedizione deve caratterizzare il sabato. Vi erano correnti culturali nel mondo farisaico che ammettevano il “sabato per l’uomo”, ma poi stabilivano loro ciò che è bene e ciò che è male. “Lo sapevano loro”.
In tal modo veniva fatto ingollare come ottima medicina, amara e anche ripugnante, “ma per il tuo bene”, tutta una pletora di imposizioni. Non potremo mai abbassare la guardia nei confronti di certi saggi che fanno uscire il bene dell’uomo dalla propria testa, senza mai rapportarsi con il Vangelo.
Sicuramente un buon criterio di discernimento è la benedizione. Non è possibile teorizzare più di quel tanto. Sono constatazioni che si avvertono al presente. Quel che sa di legalistico e farisaico puzza di rancido e desta tutto meno che pace ed esuberanza di amore verso il prossimo.
Quel che vien da Dio è all’insegna della freschezza, è qualcosa come il getto d’acqua di una fresca sorgente montana, ti ci ritrovi al volo, ti fa intuire una santa possibilità.
Nel primo caso ci si adegua faticosamente, nel secondo caso ci sentiamo impegnati in modo compatto e con dedizione totale. Seriamente ma gioiosamente. I farisei devono per forza opprimere, Dio ti fa solo un segno… sufficiente ad un buon intenditore.